Cronaca
30 Novembre 2017
I periti confermano che il calciatore venne soffocato e successivamente coricato sotto un camion

Denis Bergamini, chi ha parlato di suicidio mente da 30 anni

di Marco Zavagli | 3 min

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Denis Bergamini venne soffocato e successivamente coricato sotto un camion. Dal palazzo di giustizia di Castrovillari arriva la conferma ufficiale. Non fu suicidio, tutt’altro. E chi fino ad oggi ha sostenuto il contrario ha palesemente mentito per quasi trent’anni.

Sono state necessarie cinque ore e mezza di incidente probatorio davanti al gip Tiziana Reggio per scrivere nero su bianco che il giovane calciatore di Boccaleone di Argenta che militava nel Cosenza in serie B venne assassinato e il suo corpo solo successivamente portato sulla statale Jonica e fatto sormontare da un mezzo pesante.

Bastava guardare i suoi vestiti e il suo orologio, ancora integro, per accorgersene già 28 anni fa. Ma così non è stato e ora la terza inchiesta su quella morte ancora avvolta nel mistero sta percorrendo i binari della verità e della giustizia. Questo grazie alla incredibile tenacia di Donata, la sorella di Denis, e al senso del dovere del procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, che ha riaperto il caso indagando per omicidio premeditato l’ex fidanzata dell’epoca, Isabella Internò, e l’autista del camion, Raffaele Pisano.

Ora, dopo le indiscrezioni dei mesi e delle settimane scorsi, è lo stesso collegio peritale del tribunale a confermare che il corpo di Denis, riesumato in estate, “presenta segni di infiltrazione ematica alla glottide, alla base della lingua e al lato destro del collo – riporta il consulente della famiglia Bergamini, il professor Pietrantonio Ricci, direttore della Medicina legale di Catanzaro -, che possono essere stati provocati con un meccanismo asfittico violento. Posso dire, e l’han detto anche i periti, che c’è la certezza scientifica che Denis è morto perchè soffocato”.

Anche l’investimento è escluso del tutto, “c’è stato solo un parziale sormontamento di un cadavere e le lesioni alle ossa sono avvenute post mortem o in limite vitae”. Il medico legale di parte si dice inoltre estremamente sorpreso che nella sua perizia datata 1990 il suo collega Francesco Avato avesse potuto confondere il lato destro dell’addome con il sinistro. Quando venne sormontato dal camion Denis era supino. E tra la morte e l’investimento sono passati circa dieci minuti secondo i periti. Già questo infatti confutava in modo irreversibile la tesi che si fosse gettato contro il mezzo in transito. “Gli stessi periti, cosa che mi ha fatto sorridere – precisa Ricci -, per spiegare la clamorosa svista hanno parlato di chirurgo che opera una gamba invece dell’altra. Eppure anche nelle foto sono indicati il lato destro e quello sinistro. Purtroppo questo errore nel descrivere una lesività del lato sbagliato ha alimentato 29 anni di ipotesi sbagliate”.

L’avvocato Anselmo con il medico legale Pietrantonio Ricci

E già 29 anni fa, “quando si parlava di questo caso, da quello che avevo letto avevo capito che c’erano un sacco di schifezze in questa storia”. Ma il lato sbagliato non è l’unico errore. “Non venne esaminata l’epiglottide -prosegue il consulente -, che è decisiva. Questi elementi sono chiari grazie anche al buono stato di conservazione della salma”.

Che il cadavere di Denis parlasse ancora lo diceva in effetti già il giorno della riesumazione l’avvocato dei Bergamini, Fabio Anselmo, che si ritene “estremamente soddisfatto” dalla tappa processuale di ieri”. Lo stesso vale per Donata, la sorella, che si abbandona a un grido liberatorio: “hanno soffocato mio fratello, ma non sono riusciti a soffocare noi”.

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