Attualità
17 Novembre 2017
All'ospedale di Cona il primo intervento chirurgico per tumore cerebrale in Italia

Operata al cervello mentre suona il clarinetto

di Redazione | 3 min

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La Neurochirugia ferrarese si conferma come eccellenza a livello europeo. Lo scorso settembre è stato effettuato per la prima volta, dall’equipe chirurgica diretta dal dottor Michele Alessandro Cavallo, un intervento chirurgico di asportazione di tumore cerebrale su paziente sveglio e addirittura intento a suonare un clarinetto, quindi in condizione del tutto vigile e collaborativa.

La tecnica utilizzata per l’intervento è quella definita in ‘awake surgery’, sperimentata negli Stati Uniti circa vent’anni fa e introdotta a Ferrara dodici anni fa, normalmente utilizzata nel reparto di Neurochirurgia del nosocomio cittadino per le asportazioni di neoplasie cerebrali in modo da avere un maggiore precisione nell’asportazione di quanta più massa tumorale pur preservando le funzioni motorie dell’individuo che sono monitorate grazie alla registrazione dei cosiddetti ‘segnali elettrici’ da parte dei neurofisiologi. Con questa tecnica è stato, fino ad ora, impossibile preservare da possibili danni le funzioni sensitive (ad esempio il coordinamento) del paziente. La straordinarietà dell’intervento in oggetto è stata proprio quella di presidiare durante l’asportazione anche la parte sensitiva del cervello in modo da consentire alla paziente, musicista professionista, di continuare a suonare il clarinetto.

Per fare ciò sono state stimolate durante la fase operatoria specifiche zone cerebrali evocando disturbi sensitivi complessi. La stessa paziente – proveniente da altra regione – ha quindi potuto riferire di non riuscire a gestire bene le dita della mano sinistra per una alterazione transitoria della sensibilità, fatto riscontrabile dai medici in errori grossolani nell’esecuzione dei brani. Questo ha consentito ai medici di mappare le zone del cervello evitando anche il minimo rischio di danni invalidanti. L’intervento è durato 4 ore, metà delle quali con la paziente sveglia e intenta a suonare il clarinetto. La risonanza magnetica post-operatoria ha mostrato l’ottimale asportazione del tumore.

La paziente musicista, dimessa dopo pochi giorni, è tornata a suonare il clarinetto come aveva sempre fatto. “Da dodici anni a questa parte abbiamo effettuato oltre 150 interventi di rimozione di neoplasie da paziente sveglio, ma mai eravamo riusciti a controllare le funzioni sensitive- rivela il primario di Neurochirurgia, Alessandro Michele Cavallo-. La determinazione della paziente, musicista 45enne, ci ha spinto a fare questo tentativo innovativo. In questo tipo di operazione è fondamentale far capire al paziente che è lui stesso il fautore della propria guarigione”.

Un intervento che prevede tre fasi. “Dopo la preparazione del paziente, si procede con l’anestesia- spiega il dottor Pasquale De Bonis-. Appena ci sono le condizione e si è pronti ad intervenire, il paziente viene svegliato ed è lui stesso ad indirizzare i medici durante l’asportazione. Una volta terminata l’asportazione, il paziente viene riaddormentato. Durante la veglia il paziente non sente dolore poiché, durante l’asportazione, il cervello, essendo lui stesso il centro di trasmissione del dolore fisico, non produce dolore, è l’unico organo ad avere questa caratteristica”.

Grande soddisfazione dai vertici dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria. “Il nostro reparto di Neurochirurgia si conferma un’eccellenza a livello nazionale, se non addirittura internazionale- sottolinea il direttore sanitario Eugenio Di Ruscio-. A dimostrazione di ciò il fatto che il nostro reparto è l’unico in regione in cui vengono effettuati gli interventi in awake surgery. È già allo studio dei nostri ricercatori una app interattiva appositamente studiata per fare si di preservare le funzioni sensitive anche in quei pazienti non in grado di suonare uno strumento a livello professionistico. Fondamentale è l’apporto della Scuola di Specializzazione in Neurochirurgia, unica in regione, che ogni anno richiama i migliori studenti da varie parti d’Italia”.

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