Politica
26 Settembre 2017
La consigliera Psi: "Il mio partito appartiene alla sinistra ma è mancato il riconoscimento". Si parla anche di esercito e partecipate

Il primo giorno difficile della Marescotti all’opposizione

di Elisa Fornasini | 5 min

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Scossa in consiglio comunale dal rientro dalla pausa estiva. La consigliera Deanna Marescotti (Psi) ha ufficializzato l’uscita dalla maggioranza e si è seduta nei banchi dell’opposizione tra la Lega Nord e il M5S con il suo neocostituito gruppo misto.

Le motivazioni di questa rottura con la maggioranza sono spiegate dalla stessa Marescotti: “Le ragioni esplodono con la brutta vicenda di Codigoro, se non ci fosse stata questa vicenda oggi sarei ancora seduta tranquillamente tra Bertolasi e la Soriani. Anche se nei comportamenti e atteggiamenti che il Pd ha avuto nei confronti del Psi era difficile vedere a volte un riconoscimento“. E se viene a meno il riconoscimento, manca anche “l’identità e la dignità”.

“Anche se oggi siedo da questa parte – dichiara la consigliera, guardando per la prima volta di fronte la maggioranza in questa legislatura – non rinnego quanto è stato fatto dal Partito Socialista. Il mio partito appartiene alla sinistranon ci saranno scelte politiche che ci mettano in un’altra situazione”. Per questo “nelle prossime scadenze elettorali vorremmo tornare a cercare di far vincere la nostra parte“. 

Ed ecco il monito per il futuro: “Auspichiamo che questa scelta nuova, forte, dolorosa, porti i nostri due partiti a riconsiderare le ragioni e le modalità del governare insieme. Una modalità diversa, più efficace e rispettosa. Anche la situazione di Codigoro poteva essere ricucita parlandoci in modo più franco, invece del silenzio. Nel mandato del sindaco c’è ancora tutto il nostro riconoscimento ma risale a 3 anni fa, necessita di una rivisitazione perché nel tempo le situazioni evolvono, ci sono gli imprevisti. Nell’opposizione mi comporterò come dall’altra parte, votando di conseguenza quando non sono d’accordo”.

Il passaggio nell’opposizione non è stato accolto con clemenza da Francesco Rendine (Gol) che al primo intervento della Marescotti la apostrofa come “maestrina che dopo 60 anni di maggioranza viene a insegnare a me come fare opposizione“. La consigliera la prende sul personale e chiede al presidente del consiglio di intervenire contro questa “presa in giro e provocazione gratuita“, ma Girolamo Calò liquida l’allusione perché “Rendine non ha pronunciato nessun nome, questo rientra nella naturale e logica critica politica“.

Chiuso l’incidente, c’è un’altra bagarre da sistemare: le dimissioni di Leonardo Fiorentini (Si) da presidente della terza commissione. Con votazioni a scrutinio segreto è stato eletto l’ex vice Fausto Facchini alla presidenza mentre Pietro Turri è stato nominato vicepresidente.

Si è parlato anche di un tema caldo in città, l’arrivo dell’esercito, per cui Federico Balboni (M5S) ha chiesto chiarimenti al sindaco “in attesa di una commissione specifica”. Tiziano Tagliani ha ribadito quanto emerso dall’ultimo comitato ordine e sicurezza in prefettura: “I dieci militari di truppa e i due ufficiali di collegamento saranno divisi in tre pattuglie di tre persone ciascuna che con pistola, giubbotto antiproiettile e Defender verranno dislocati una pattuglia a turno (dalle 13 alle 19 e dalle 19 all’una di notte) nella zona dalla stazione a piazzale Castellina e Toti fino a via Belvedere, con un itinerario in corso di elaborazione in attesa dell’ordine di servizio dei militari oggi di istanza a Macerata”.

Il secondo question time a firma di Vittorio Anselmi (FI) riguarda le autorizzazioni urbanistiche per le antenne posizionate in via Mulinetto. L’assessore Roberta Fusari conferma che ci sono i permessi necessari perché “l’area di via Mulinetto ha già una destinazione tecnologica e l’impianto non  provoca il superamento dei limiti di legge, anzi la potenze delle antenne installate è passata da 2mila watt a 250 watt”. Il consigliere si dice “totalmente insoddisfatto dalla risposta” e chiede “attività di monitoraggio su queste autorizzazioni provvisorie”.

Approvato il permesso di costruire in deroga al Rue richiesto dalla cooperativa sociale Integrazione Lavoro per ristrutturare un magazzino agricolo da destinare a  laboratori ed alloggi per persone svantaggiate nel fondo Zanetta a Baura, e le esenzioni e agevolazioni per la fruizione dei servizi museali per l’anno 2018 (che non apportano nessun cambiamento rispetto all’anno in corso), il dibattito è entrato nel vivo con il riconoscimento di legittimità di debito fuori bilancio a seguito di una sentenza che condanna il Comune al pagamento delle spese nei confronti di una ferrarese che aveva appunto fatto causa al Comune per un contenzioso sui lavori al teatro Verdi che hanno danneggiato il suo immobile adiacente al teatro.

Il debito di 7mila euro è l’occasione per Anselmi e Rendine di denunciare la situazione del teatro Verdi, “progettato male e costruito peggio“, uno “scheletro fatiscente e degradato dalla destinazione fatua e incerta che da cattedrale nel deserto diventerà un museo della bicicletta”.

Per la prima volta è stato anche discusso e approvato il bilancio consolidato 2016 del gruppo amministrazione pubblica che chiude con uno stato patrimoniale di 651 milioni e un conto economico di 208 milioni di euro. Con l’intenzione di “smontare la solidità del bilancio”, Matteo Fornasini (FdI) torna a criticare il “regime monopolistico delle partecipate“, evidenziando che dei 2 milioni e 2oomila euro di utili, “meno della metà (1 milione e 200mila euro) viene incamerato dal Comune”. 

Pronta la replica di Tagliani: “Questa amministrazione ha cancellato 17 consiglieri di amministrazione, tutte le società sono in utile e non restituiscono l’intero importo degli utili perché abbiamo chiesto di fare degli investimenti, tra cui il nuovo parcheggio in Cortevecchia da 4,7 milioni”. Sempre in tema partecipazioni, durante la revisione straordinaria è stata approvata la cessione di Ervet perché la Corte dei Conti ha segnalato la sua “attività sovrapponibile” a Sipro. Fornasini ricorda che il report evidenziava come “non indispensabile” anche Amsef (“il nostro Comune è l’unico in regione a gestire un’azienda di pompe funebri”) ma l’assessore al Bilancio Luca Vaccari replica che non è stata ancora inserita nel piano delle alienazioni perché questa revisione risale a settembre 2016.

(articolo modificato dopo la pubblicazione iniziale: è stato corretto l’erroneo passaggio in cui si indicava la consigliera Marescotti come fuoriuscita dal Pd anziché, come corretto, dalla maggioranza)

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