Richetti: i Repubblicani con Anselmo contro gli estremismi
Una Ferrara repubblicana, liberale e democratica. Questo l’obiettivo del Pri, parte della coalizione di centrosinistra, a supporto della candidatura a sindaco di Fabio Anselmo
Una Ferrara repubblicana, liberale e democratica. Questo l’obiettivo del Pri, parte della coalizione di centrosinistra, a supporto della candidatura a sindaco di Fabio Anselmo
E' una replica che assomiglia molto a un'ammissione di colpa, quella che il Comune di Ferrara, attraverso il direttore generale Sandro Mazzatorta, invia come 'rettifica' al nostro quotidiano dopo l'inchiesta sui soldi dei ferraresi destinati all'emergenza Covid per l'ospedale di Cona. E' una nota nella quale, volontariamente o meno, il Comune conferma di essersi trattenuto il denaro delle donazioni
Transizione ecologica e chimica, queste le parole d’ordine del pomeriggio ricco di eventi, presso il Petrolchimico di Ferrara, in cui a fare da protagonista è stata proprio la firma dell’accordo per la valorizzazione del polo industriale tecnologico di Ferrara
La Lista Anselmo ha fatto tappa a Villanova per ascoltare i cittadini della frazione e presentare il proprio progetto per Ferrara, un incontro che ha fornito lo spunto al candidato sindaco del centrosinistra Fabio Anselmo per spiegare come procederà per le frazioni del territorio una volta eletto, senza tuttavia risparmiare qualche critica all'attuale amministrazione
Avrebbero esportato indebitamente, principalmente tra Germania e Romania, delle automobili sottoposte a fermo amministrativo, inizialmente acquistate con la scusa di ricavare pezzi di ricambio, ottenendo così un ingiusto profitto di 247.000 euro e arrecando un danno allo Stato pari a circa 4 milioni di euro
Dosso. «A meno di stravolgimenti dell’ultima ora, si andrà verso due accordi separati». È questo, spiega Samuele Lodi (Fiom), ciò che avverrà lunedì al ministero del Lavoro, quando si dovrà metter un punto fermo sui 17 esuberi alla Lamborghini Calor di Dosso (e ai 16 di Grugliasco che fa parte dello stesso gruppo).
Lunedì, termine ultimo della procedura di mobilità (formalmente la scadenza è sabato 23, ma essendo un giorno festivo, salta fino al lunedì successivo), ci sarà dunque un accordo separato, come separati sono i sindacati: Fiom-Cgil da un lato, Fim-Cisl dall’altro, una ha deciso di non firmare, l’altra sì.
«Non critico la Fim – spiega Lodi -, ma difendo le nostre ragioni e critico l’azienda. Il punto è che mobilità proposta non c’è la volontarietà, quindi sono veri e propri licenziamenti in mano all’azienda ed è la prima volta in dieci anni che vediamo una cosa del genere nelle trattative con i grandi gruppi».
Altro elemento che porta la Fiom a non firmare l’accordo è il fatto che «gli incentivi per l’esodo per i lavoratori dello stabilimento di San Bonifacio sono superiori a quelli riconosciuti ai lavoratori di Dosso: 31mila euro contro 28mila, che peraltro comprendono 3.500 euro di recupero della contrattazione aziendale cancellata nel 2015, sulla quale, peraltro, a San Bonifacio avevano già trovato un accordo nello stesso anno».
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