Attualità
3 Ottobre 2016
Dibattito fra giornalisti di Paesi di versi al festival Internazionale a Ferrara

Sinistra in crisi: “Seguire la strada dei movimenti sociali”

di Redazione | 3 min

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OLYMPUS DIGITAL CAMERASolita coda interminabile e solito teatro Comunale pieno per l’ultimo incontro dell’edizione 2016 di Internazionale a Ferrara. A dialogare con Giovanni De Mauro e Chiara Nielsen tre ospiti d’eccezione: Edwy Plenel, direttore di Mediapart, media on line indipendente francese; Abi Wilkinson, giornalista free lance inglese e Bhaskar Sunkara, fondatore di Jacobin, “una voce guida per la sinistra americana”.

Una chiacchierata tra giornalisti provenienti da esperienze diverse, paesi diversi, portatori di prospettive differenti sul tema al centro della discussione: in che direzione vanno i movimenti sociali in Europa e negli Stati Uniti. Come ha sintetizzato, citando non casualmente Lenin, De Mauro:”Che fare?”. Una domanda che ha una rappresentazione plastica nell’illustrazione simbolo della decima edizione del festival: un mondo che con il megafono e il braccio alzato (“magari col pugno chiuso” aggiunge De Mauro), protesta: “Veniamo da un anno in cui la volontà di esprimersi e dire la propria è emersa in Europa e negli Stati Uniti, quello che vorremmo chiedere ai nostri ospiti è un bilancio e un auspicio per il futuro”.

Che fare mentre la sinistra è in crisi ovunque, fatica a leggere la contemporaneità e ad interpretarla, mentre sorgono in gran numero movimenti sociali: “Una nebulosa” l’ha definita De Mauro per figurarne la composizione varia e inorganica. Ovunque il fermento c’è ed è evidente: dalla Francia, definita da Plenel “l’uomo (o la donna) malato d’Europa”, attesa il prossimo aprile alle urne, con il Front National di Marine Le Pen in crescita ma che ha visto sorgere spontaneamente mobilitazioni lunghe e consistenti come Nuit Debout; al Regno Unito, in cui il rigetto per l’establishment si è tradotto nella Brexit, che osserva il partito laburista di Jeremy Corbyn faticare a superare il suo passato blairiano; per arrivare agli Stati Uniti, in piena campagna presidenziale, con l’eredità di Bernie Sanders ancora viva e pulsante, secondo Sunaka “una promessa per i movimenti di sinistra negli Stati Uniti per i prossimi anni”. Che contributo possono dare i movimenti che chiedono diritti, libertà, uguaglianza di genere ma anche scelte ambientali consapevoli ed ecologiche?  Queste forme di mobilitazione posso diventare il punto di partenza per una rifondazione della sinistra?

In un contesto internazionale in cui “il nuovo fatica ad emergere perchè il vecchio non vuole andarsene” quale strada devono seguire le sinistre per tornare ad essere socialdemocratiche, calate cioè nelle società ed effettivamente democratiche? Edwy Plenel crede che non si tratti solo delle sinistre, ma “dell’umanità, delle comunità” e il cammino indicato dai movimenti è quello da seguire: partire dalle esperienze comuni, non cercare di prendere ad esempio l’ascesa di questo o quel partito sorti dal basso: come Podemos in Spagna, ma guardare piuttosto all’elezione di Ada Colau, attivista per il diritto all’alloggio a Barcellona, ora prima cittadina della città catalana. Il parere di Abi Wilkonson è che sia difficile aggregare movimenti sociali diversi, portatori di istanze distanti, in accordo con l’analisi di Bhaskar Sunkara che ritiene complicato “combinare movimenti diversi”. La risposta alla domanda iniziale arriva in forme diverse dai tre giornalisti ed è sintetizzata dalle parole di Edwy Plenel: “La questione sociale, di interpretare la società per com’è e come sarà deve essere la guida per la sinistra in europa e nel mondo: nuove forme di lavoro, migrazioni, uguaglianza di genere devono essere al centro, insieme con la questione democratica, con la partecipazione”. Un ragionamento che si conclude con una considerazione: “Come possiamo dirci liberi ed eguali se non possiamo esserlo tutti?”

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