Politica
28 Settembre 2016
Lettera della vicepresidente della regione e degli amministratori a prefetti e ministero: "Preoccupati per come vengono ripartiti nel territorio"

Minori stranieri. Sapigni: “Servono nuove modalità per l’accoglienza”

di Redazione | 3 min

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“Per una città che sappia guardare lontano”, questo lo slogan della lista civica Ferrara Futura del candidato sindaco Daniele Botti, che spicca in mezzo alle bancarelle di cibo della tradizione ferrarese in un fucsia sgargiante. A raccogliere le firme e spiegare ai passanti il programma elettorale i candidati della lista e Botti in compagnia del deputato di Italia Viva Luigi Marattin

Occorre un sindaco che lavori per il futuro di questa città

I Civici intervengono su una città che invecchia e con i giovani troppo spesso costretti a emigrare. "Lo stesso 'Patto per il lavoro e per il clima - Focus Ferrara' sottoscritto nel 2021 dalle istituzioni e parti sociali ferraresi riconosce la crisi demografica, insieme all’emergenza climatica, come il principale problema da affrontare e individua gli interventi per affrontarla, ma è rimasto lettera morta"

ImmagineCon una lettera a firma congiunta, inviata al prefetto Morcone presso il ministero dell’Interno, ai prefetti dell’Emilia-Romagna e per conoscenza al Tribunale dei Minori di Bologna e all’Anci nazionale, la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, i sindaci e gli assessori dei principali Comuni impegnati nell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, esprimono forte preoccupazione per la modalità con la quale continuano ad essere gestiti, dalle Prefetture e dal Ministero dell’Interno, le assegnazioni e i trasferimenti dei minori.

“Alla generosità delle Regioni c’è un limite.- ha dichiarato Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al welfare – Abbiamo voluto sottolineare alcuni punti che ci stanno molto a cuore su un tema così delicato come i minori. Stiamo affrontando una sfida che riguarda tutti e che proseguirà per i prossimi decenni a prescindere da chi si trovi in posizioni di governo; tutti devono fare la propria parte”.

In particolare, la lettera richiama l’attenzione sulla necessità di chiarire il modo in cui vanno considerati “i minori che si dichiarano tali o di cui viene accertata la minore età all’interno dell’hub adulti di Bologna: devono avere le stesse tutele previste per gli altri minori intercettati nei luoghi di sbarco o arrivati in autonomia nei territori”. Tale condizione, legata anche alla “grande presenza di minori in condizioni di promiscuità presso l’hub Mattei, deve far pensare a una ridistribuzione dei minori non solamente sui territori emiliano-romagnoli, ma anche fuori dalla Regione”.

Questa richiesta viene esplicitata dagli amministratori firmatari, proprio perché i Comuni che
rappresentano hanno sempre assicurato piena collaborazione istituzionale, come testimonia l’attivazione, affianco all’hub adulti Mattei, di due hub collocati a Bologna e Ravenna/Budrio, in grado di ospitare fino a 100 minori in prima accoglienza.

“Sin da subito il nostro obiettivo è stato quello di contribuire alla costruzione di un Sistema nazionale e unitario di accoglienza, assecondando delle precise richieste delle Prefetture”, sostiene Chiara Sapigni, responsabile del Coordinamento politico sull’Immigrazione di Anci Emilia-Romagna. “Da sempre come Enti Locali abbiamo dato una collaborazione istituzionale e operativa alle prefetture del territorio per affrontare la situazione degli arrivi sulle coste italiane dei richiedenti asilo. Attualmente, però, siamo molto preoccupati per la modalità con cui si è deciso di procedere alla ripartizione dei minori sul territorio, realizzando una suddivisione che non tiene conto delle specificità dell’assistenza dovuta ai minori e sembra non tener conto delle situazioni e delle realtà in essere”.

La lettera sottolinea che l’eventuale individuazione, da parte delle prefetture, di strutture ricettive temporanee dedicate ai minori stranieri non accompagnati, deve tener conto della necessità di evitare promiscuità con gli adulti e assicurare sufficienti garanzie di tutela della minore età. “Ciò che si auspica”, continua Chiara Sapigni, “è che la ripartizione sui territori dei minori stranieri non accompagnati sia effettuata basandosi sulle presenze già in essere nelle singole realtà regionali e provinciali, considerando le presenze dei minori segnalati al Ministero e le presenze nei vari progetti Sprar e Fami per minori”.

“Se ciò non dovesse avvenire”, conclude Chiara Sapigni, “gli Enti capofila sarebbero spinti a valutare l’uscita dal sistema Fami, in quanto non più sostenibile perché estraneo al governo della rete di accoglienza costruita in Emilia-Romagna”.

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