Economia e Lavoro
14 Giugno 2016
Le Rsa sull'intervento del Fondo interbancario: "Stesso film di Ferrara, ma finale diverso per motivi misteriosi"

Carife. I sindacati dopo il salvataggio di CariCesena: “Una presa per il c…”

di Redazione | 3 min

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SEDE CARIFEUna nota durissima – intitolata “La grande presa per il c…” – nei confronti del governo e dell’attuale management della Nuova Carife quella delle Rsa della Cassa estense Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil- Ugl-Credito e Uilca.

A scatenarla è il modo in cui è deciso di intervenire per salvare la Cassa di Risparmio di Cesena, ovvero tramite l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi  – lo stesso che sarebbe dovuto intervenire con Carife – con un aumento di capitale da 280 milioni di euro. Ad aggiungersi poi è la notizia dell’aumento delle risorse del Fitd per ricapitalizzare anche Cassa Rimini e San Miniato.

“Non vi sembra un film già visto? – scrivono le Rsa -. Ma no, vi sbagliate! Il finale è completamente diverso: a Carife per motivi a questo punto misteriosi, l’intervento del fondo non c’è mai stato. Su Carife ci sono stati 30 mesi di commissariamento straordinario e poi l’intervento del decreto ‘distruggi banche’ che ha completato l’opera”.

I sindacati fanno poi un excursus degli ultimi eventi, partendo da Tercas – “salvata, grazie all’intervento congiunto della Banca Popolare di Bari e del Fondo interbancario, dalla contestazione di infrazione della Comunità Europea per aiuti di stato (in realtà è stato necessario creare il fondo a contribuzione volontaria nel Fitd, ndr), passando per Pop Vicenza e Veneto Banca – “salvate grazie all’intervento del fondo Atlante nato per la gestione dei crediti Npl ed utilizzato invece per ricapitalizzare queste due banche e Cassa Depositi Prestiti investitore (se non sono aiuti di stato questi) – e, infine attivando alla CariCesena con  “intervento del Fondo interbancario, che grazie a modifiche di qualche postilla, grazie all’ aggettivo ‘volontario’ non è più considerato aiuto di stato”.

Rimangono le quattro banche ex commissariate, “per le quali si è deciso un atto di risoluzione; le banche non esistono più, al loro posto degli Enti Ponte che dovranno essere ceduti. Attenzione: noi non stiamo criticando la prassi dei presunti ‘aiuti di stato’ – precisando le Rsa -, rileviamo che sono stati vietati solo per l’intervento su Carife. In questo paese per la malagestio, le decisioni votate formalmente in assemblea e poi sconfessate dai medesimi che le avevano proposte, gli espropri dei risparmi decisi abbattendo a prezzo di asta i crediti, i responsabili pagheranno forse, in futuro, quando le cause arriveranno a sentenza. Chiesti risarcimenti ultramilionari: qualcuno può seriamente pronosticare quanto realmente verrà incassato da queste cause? Fingiamo che nel frattempo non intervengano prescrizioni: la media degli incassi da procedure concorsuali è, a nostro avviso, un buon parametro di riferimento. Mentre aspettiamo i leggendari risarcimenti, una domanda sorge spontanea: siamo sicuri di avere individuato tutti i responsabili?”.

I sindacati passano poi alla situazione dei lavoratori di Carife: “Noi facciamo la solidarietà, lavoriamo con una bussola impazzita, le notizie che ci vengono gentilmente fornite sono grossomodo quelle di cinque mesi fa, si fanno fare colloqui ad alcune figure professionali con criteri di scelta nebulosi e si dimenticano gli altri, si provano a peggiorare le condizioni ai dipendenti che chiedono mutui. Ma il personale continua ad essere ‘la risorsa più importante di un’azienda’. Intanto però si parla apertamente di esuberi: in effetti noi avremmo qualche idea a proposito di chi va considerato in esubero. In questi anni abbiamo imparato una semplice lezione: quando qualcuno parla dell’importanza del ‘capitale umano’, sta sicuramente pensando al capitale. Quanto all’’umano’, è come nei concorsi: riprovate, sarete più fortunati”.

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