Attualità
3 Giugno 2016
L'astronauta dei record racconta i suoi incredibili 200 giorni nello spazio

Il cielo su Ferrara è di AstroSamantha

di Elisa Fornasini | 3 min

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Accolta come una star, lei che ha viaggiato tra le stelle. Parte la standing ovation quando venerdì pomeriggio Samantha Cristoforetti entra nella sala plenaria di Ferrara Fiere, stracolma di persone curiose di ascoltare i racconti spaziali della prima astronauta italiana, ospite d’eccezione della giornata “Il cielo sopra Ferrara. La Ricerca e la Sicurezza”.

Nonostante i duecento giorni passati nello spazio (record della più lunga permanenza femminile in orbita, ndr), Astrosamantha tiene i piedi per terra. Sa di essere un modello per i giovani (tantissimi quelli presenti in sala) ma non lo dà a vedere: quello che mostra al pubblico è la sua cordiale simpatia, intelligenza e infinita professionalità.

La giovane astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, capitano pilota dell’Aeronautica Militare, presenta alla città estense la sua straordinaria esperienza che l’ha vista protagonista di Futura, la seconda missione di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana, e dell’esperimento Drain Brain ideato dal professor Paolo Zamboni, direttore del Centro Malattie Vascolari di Unife. Presenti anche il rettore Giorgio Zauli, il sindaco Tiziano Tagliani e il direttore di missione Salvatore Pignataro.

Il motto dell’equipaggio è stato “Don’t panic”. Ma lei il panico non l’ha mai provato. Neanche al momento del lancio del razzo che, nel novembre 2014, l’ha catapultata nello spazio. “Mi aspettavo di avere paura ma invece è stato un momento di grande gioia e felicità” racconta Cristoforetti al folto pubblico che segue con interesse tutte le tappe del suo lungo viaggio.

“La cosa che mi è mancata di più è stata la doccia – scherza – mentre in questo anno di nuovo sulla terra mi manca l’assenza di peso e la possibilità di fluttuare”. Ha un solo rimpianto, quello di non aver potuto fare una passeggiata spaziale perché la sua sottotuta su misura per uscire dalla stazione è esplosa insieme al razzo Antares. E così si è trovata a gestire la parte di vestizione dei suoi due colleghi, “un ruolo stressante perché bisogna stare 5-6 ore in camera di compensazione”.

La parola chiave della missione è stata quindi “lavoro di squadra” e Samantha ricorda con piacere “l’atmosfera serena e positiva tra i membri dell’equipaggio”, specie nei momenti di tempo libero quando – tra esperimenti scientifici, operazioni di manutenzione e sport per contenere l’atrofia muscolare – hanno potuto “festeggiare lassù i compleanni e il Natale”. Il racconto è pieno di aneddoti personali che fanno sorridere, come il taglio di capelli o l’assaggio del primo caffè espresso spaziale.

I ricordi scorrono veloci insieme a una serie di fotografie che fanno sognare. Specialmente le immagini delle aurore e del nostro mondo, scattate dalla famosa cupola “dove si vede la terra in uno sguardo”. Spettacoli eccezionali (dall’agenzia spaziale si possono vedere 16 tramonti e albe in un giorno) che ha lasciato a malincuore.

“Al ritorno è iniziata una nuova avventura, riadattarsi alla vita terrestre” dichiara Cristoforetti che spera di tornare presto nello spazio. Mentre sogna la sua casa celeste, nella sua casa terrena sta studiando cinese e le tecnologie per tornare sulla luna. Ma quando vedremo un uomo su Marte? chiede un ragazzo tra il pubblico. “O una donna” corregge lei, tra gli applausi, ipotizzando un possibile 2030.

Alla fine c’è il tempo di rispondere alle domande dei presenti, soprattutto dei bambini con cui la stessa Samantha ha chiesto di fare una foto ricordo della giornata. “Sognavo di diventare astronauta fin da bambina, sono stata fortunata perché ho avuto l’occasione giusta al momento giusto” racconta ai piccoli sognatori che ora potranno sognare in grande.

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