Politica
22 Marzo 2016
Bratti: Il mercato illegale nella loro gestione ha toccato nel 2011 i 3,1miliardi di euro

Rifiuti, gli affari d’oro delle ecomafie

di Redazione | 2 min

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“Per una città che sappia guardare lontano”, questo lo slogan della lista civica Ferrara Futura del candidato sindaco Daniele Botti, che spicca in mezzo alle bancarelle di cibo della tradizione ferrarese in un fucsia sgargiante. A raccogliere le firme e spiegare ai passanti il programma elettorale i candidati della lista e Botti in compagnia del deputato di Italia Viva Luigi Marattin

Occorre un sindaco che lavori per il futuro di questa città

I Civici intervengono su una città che invecchia e con i giovani troppo spesso costretti a emigrare. "Lo stesso 'Patto per il lavoro e per il clima - Focus Ferrara' sottoscritto nel 2021 dalle istituzioni e parti sociali ferraresi riconosce la crisi demografica, insieme all’emergenza climatica, come il principale problema da affrontare e individua gli interventi per affrontarla, ma è rimasto lettera morta"

index1di Carolina Fiorini

Le ecomafie sono un fenomeno relativamente recente insinuatosi nel business dei facili guadagni, dove gran parte della criminalità organizzata ha saputo trarre profitto dalla gestione illecita dei rifiuti.

A causa dell’originaria latitanza del riconoscimento (in diritto e in legislatura) della tutela ambientale, aggiunta alla scarsa consapevolezza dei cittadini, è susseguita una serie di gravi aggressioni compiute a scapito dell’ecosistema, per lungo tempo impunite.

Il 21 marzo si è celebrata la XXI edizione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, discutendo il tema “A’ munnezza è oro. Una strage silenziosa, società civile e diritto nel contrasto alle ecomafie”, presso la sala consiliare del dipartimento di giurisprudenza a Ferrara.

“’A’ munnezza è oro”, aveva detto il camorrista campano (poi pentito) Nunzio Perella in una delle sue intercettazioni, le stesse che lo riconobbero come inventore del sistema di smaltimento abusivo dei rifiuti tossici. Dall’esempio campano parte Alessandro Bratti, deputato ferrarese del Pd e presidente della commissione parlamentare ecomafie, affermando che “le inchieste riguardo le illegalità ambientali hanno una distribuzione geografica nazionale molto più uniforme di quanto si pensi: regioni del nord come la Lombardia sono al pari delle regioni del centro-sud”.

Il mercato illegale nella gestione dei rifiuti ha toccato nel 2011 i 3,1miliardi di euro, e il fatto che rimangano impunite le imprese “dell’area grigia” non costruisce il quadro giuridico fondamentale per le imprese innovative che devono invece imporsi sul mercato; “basti pensare al sistema parallelo di gestione dello sviluppo industriale del dopoguerra – prosegue Bratti. La terra dei fuochi è frutto dell’attività imprenditoriale del nord, in particolare della crisi toscana nello smaltimento dei rifiuti”.

indexIl business mafioso grava sull’ambiente, sull’industria, sull’economia e sulla sanità nazionale, si appropria in maniera illecita dei mercati, gonfiando di personale le società e garantendo forti consensi elettorali.

“Ogni forma di criminalità organizzata strutturata in campo ambientale – afferma Antonio Pergolizzi dell’Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente – viene riconosciuta nel 2001, con l’introduzione dell’articolo 53bis nel decreto Ronchi: le attività delittuose entrano così nell’apparato normativo sanzionatorio, prima affidato solo agli illeciti contravvenzionali”.

L’impatto ambientale diventa “impatto antropico strutturalmente illecito con retroazione virtuosa”, usando le parole di Giuseppe Battarino, consulente della Commissione parlamentare Ecomafie. La legge 68 del 2015 “apre una forbice andando a colpire il traffico strutturalmente illecito, cioè le ecomafie. Questa legge distingue le condotte occasionalmente illecite dalle condotte criminali, creando un diritto che sia ingegneria sociale per costruire la legalità quotidiana, garantendo i diritti inviolabili del singolo”.

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