Attualità
28 Dicembre 2015
Durissimo attacco dell'Unione degli Studenti al preside: "Logica dannosa e pericolosa per la scuola pubblica"

Jeans stracciati, la rivolta dell’Uds: “Scuola discriminatoria e classista”

di Ruggero Veronese | 4 min

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liceo roiti“Signor Selleri, la sua lettera esprime una logica dannosa e pericolosa per la scuola pubblica”. È un attacco durissimo quello dell’Unione degli Studenti Ferrara al preside del liceo scientifico Roiti Donato Selleri, che prima delle feste natalizie ha scritto una lettera aperta ai genitori dei propri alunni per chiedere più decoro nell’abbigliamento a scuola, in particolare per “mettere un freno a una situazione che è diventata un po’ eccessiva”, ovvero il trend sempre più in voga dei jeans stracciati.

La settimana scorsa il preside assicurava che il suo appello “non deve essere interpretato come una forzatura: i ragazzi sono e continueranno a essere liberi di vestirsi come preferiscono”, aggiungendo che “non chiedo cravatte e tailleur ma abiti ‘normali’, senza rotule sporgenti o pantaloni squarciati”. Ma l’interpretazione dell’Unione degli Studenti è ben diversa: “Dalle sue parole – scrivono gli alunni – si nota come la sua idea di scuola sia esclusiva, elitaria, discriminatoria e classista”. A sollevare le accuse dell’Uds è in particolare una frase contenuta nella lettera del preside: “Avete scelto per i vostri figli questo Liceo – scriveva Selleri – anche per il suo rigore nel pretendere comportamenti adeguati a dei giovani che rappresenteranno la classe dirigente di domani, gli interpreti della società civile, i protagonisti delle professioni intellettuali, delle arti, della cultura”.

Il riferimento alla “classe dirigente del domani” non va proprio giù all’Unione degli Studenti, che spiegano le proprie ragioni: “Non entreremo nella polemica “decoro sì, decoro no” perché riteniamo sia fuorviante rispetto invece ad altri contenuti e passaggi più importanti e critici da lei espressi nella sua lettera. Quando lei parla di una scuola vista come “luogo di formazione ed educazione”, ci chiediamo quali siano i principi fondamentali che secondo lei essa dovrebbe insegnare”. Secondo l’Uds infatti Selleri “nella sua lettera, non si limita a denigrare gli studenti in base al loro abbigliamento (“non potete consentire loro di venire a scuola con pantaloni che fino ad un paio di anni fa vi sareste rifiutati di conferire ai cassonetti della Caritas”) ma addirittura incita a una divisione netta tra chi frequenta scuole di ghetto e chi frequenta scuole d’elite che ‘devono formare la futura classe dirigente’. Un ragazzo – domandano gli studenti -, costretto a vestire abbigliamenti della Caritas in quanto il livello salariale della famiglia non gli permette un vestiario “più decoroso”, non potrebbe frequentare quindi la sua scuola?”.

Donato Selleri

Donato Selleri

Occorre sottolineare che l’appello di Selleri era diretto agli “stracci, anche se firmati e costosi” (ovvero a jeans di marca e strappati direttamente in fabbrica, spesso venduti a prezzo superiore ai normali modelli), senza alcun riferimento a situazioni come quella descritta dall’Uds. Che in questo caso vede nella difesa dei jeans stracciati un caposaldo dei principi di equità sociale: “La cooperazione, l’uguaglianza e la solidarietà sono principi essenziali nei nostri “luoghi di formazione ed educazione” – scrivono gli studenti – e lei, caro preside, li vuole eliminare aprendo le porte a un modello di scuola stratificato. Chiunque deve avere le stesse opportunità nel raggiungere i massimi gradi dirigenziali, la scuola deve perciò garantire a tutti gli stessi mezzi e strumenti per farlo, indipendentemente che si frequenti un liceo o un professionale (la invitiamo perciò a leggere l’articolo 34 della Costituzione italiana). L’etnocentrismo che lei vuole imporre, tracciando una linea di separazione tra la scuola che crea dirigenti e la scuola che crea operai, è sconcertante e stridente con i principi educativi che le nostre scuole dovrebbero insegnare. Per noi, la scuola rappresenta anche lo strumento con il quale si garantisce una mobilità sociale a tutte e tutti senza che il vissuto economico, sociale e culturale da cui si proviene ne sia influente”.

Le due posizioni appaiono davvero inconciliabili: là dove Selleri dichiarava di agire proprio per evitare “l’omologazione a un trend” da parte dei giovani, l’Uds contrattacca scrivendo  che “dalla scuola non si può solo pretendere ‘rigore, serietà e puntualità’ ma anche il rispetto delle differenze, della diversità e l’insegnamento dell’uguaglianza come aspetto fondamentale per la crescita di un cittadino. Infine, ci farebbe molto piacere, se ogni tanto, i dirigenti scolastici si facessero sentire rispetto le condizioni disastrose in cui riversano attualmente le nostre scuole. Il governo finanzia le scuole private lasciando in uno stato di totale indigenza economica le scuole pubbliche, eppure, per i nostri presidi la questione prioritaria è il decoro degli studenti. Vogliamo tutto per tutti: stesse possibilità, nessuna discriminazione”.

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