Cronaca
28 Novembre 2015
Lotta all'Hiv con test gratuiti, incontri con studenti e la camminata "5k for Aids"

Ferrara corre contro l’Aids

di Redazione | 4 min

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aids fiocco rosso“Proteggersi sempre. Discriminare mai”. Lo slogan per la lotta all’Aids risuonerà ancora più forte il 1° dicembre, in occasione della giornata mondiale contro l’Aids, con il progetto “Write Aids 2015” organizzato dall’Ausl di Ferrara con il sostegno del Comune di Ferrara e dell’Avis.

L’iniziativa, attivata ogni anno dal 2009, è stata presentata ieri in conferenza dagli assessori alla Sanità/Servizi Persona e Sport Chiara Sapigni e Simone Merli, Laura Sighinolfi dell’infettivologia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, Luisa Garofani, direttore Servizio Dipendenze Patologiche Ausl di Ferrara, Florio Ghinelli, presidente Avis e vice presidente Agire Sociale, e da Riccardo Zavatti, direttore Farmacie Comunali Ferrara. All’incontro hanno inoltre partecipato allievi e docenti degli istituti scolastici coinvolti: l’istituto tecnico Luigi Einaudi, il liceo artistico Dosso Dossi e lo Ial Formazione Professionale.

Nel corso della presentazione, tutti gli interventi dei relatori, con diverse sfumature, hanno ribadito l’esigenza di una maggiore informazione e incisività delle azioni: dalla comunicazione alla prevenzione, per diffondere la consapevolezza di una malattia correlata, oggi, a stili di vita sessuale ad alto rischio.

Otre la diffusione in streaming sul web del consueto incontro con gli studenti, quest’anno, il programma si è arricchito del sito www.writeaids.it e di due eventi ‘post’ 1° dicembre. Sabato 5 sarà una giornata d’informazione per tutti i cittadini con il Test Day Hiv. Nel punto informativo allestito in piazza Municipale, in collaborazione con Avis, sarà possibile sottoporsi – gratuitamente e nella massima riservatezza – al “test salivare” per la diagnosi Hiv.

La grande novità di questa edizione è la “5K for Aids”, la camminata della salute, non competitiva e aperta a tutti, che partirà domenica 6 dicembre alle 10 da Largo Castello. Il percorso si snoderà poi per le vie del centro della città estense.

Il rapporto di fine 2014 della Regione Emilia Romagna, conferma il lieve calo delle diagnosi di Hiv presente nel 2013 (372 nuovi casi nel 2014 rispetto ai 354 del 2013). Un segnale importante, che deve però tenere conto del fatto che solo per un quarto delle diagnosi (23,8%) il test è stato eseguito perché la persona si è resa conto di aver tenuto comportamenti a rischio. Un ruolo nella riduzione è dato anche dalla maggiore efficacia delle terapie per Hiv, che riescono a controllare l’infezione e ridurre la possibilità di trasmissione del virus.

Il modo di trasmissione è ormai quasi esclusivamente sessuale, con un 92% nei casi del 2014, e circa una persona su due, pari al 46,9% scopre di aver contratto l’infezione quando è già in uno stadio avanzato della sieropositività, o, addirittura, quando è malata di Aids. C’è ancora poca consapevolezza sul fatto che una diagnosi tardiva non permette di accedere tempestivamente alle terapie antiretrovirali e ne riduce l’efficacia.

A Ferrara, nel 2014 si sono registrati 28 nuovi casi che si aggiungono ai circa 600 pazienti seguiti dall’ambulatorio Hiv-Aids del servizio malattie infettive dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara. A novembre 2015 i nuovi casi sono 21: il costo complessivo dei pazienti Hiv è di quasi 4 milioni di euro a carico della servizio sanitario pubblico.

In Emilia Romagna, nel 2014 vi sono stati 372 i nuovi casi, specialmente nella fascia tra i 30 e 49 anni, si è notato però un incremento fra i 20 e i 25 anni, in particolare in maschi sessualmente attivi. Un punto d’efficienza del sistema di prevenzione è il test alle donne in gravidanza, grazie al quale dal 1996 non si registra a Ferrara nessun nuovo caso tra i nascituri di madri sieropositive.

Una stabilità del dato che, comunque, non rassicura gli addetti ai lavori e i professionisti, ma che, anzi, impone un’intensificazione della vigilanza e delle azioni di prevenzione e informazione, confermata dai 2,5 milioni di euro stanziati per la formazione degli operatori sanitari e l’informazione della popolazione.

Queste le caratteristiche prevalenti della persona sieropositiva, sempre nel periodo 2006-2014: maschio (il 73,5% dei casi), di età tra 30 e 49 anni (33,5%), di nazionalità italiana (70,9%). Il rapporto maschi/femmine è di 2,8 maschi sieropositivi per ogni donna, in leggero aumento. Tra le donne, la fascia di età con più diagnosi è più bassa rispetto ai maschi: 20-29 anni.

Il modo di trasmissione principale si conferma essere quella sessuale: nel 2014 ha raggiunto il 92% di tutte le diagnosi di Hiv e il 42% è dovuta a rapporti eterosessuali non protetti (50% omosessuali o bisessuali). La percezione di aver adottato comportamenti a rischio tra le persone risultate positive all’Hiv è molto bassa: il 23,8% l’ha dichiarata come motivazione di esecuzione del test (mentre nel 48,2% dei casi per sospetta patologia correlata all’Hiv o per sospetta malattia a trasmissione sessuale). Il 20% di tutte le donne con diagnosi di Hiv ha scoperto di essere sieropositiva in occasione dei controlli per gravidanza (erano il 18,8% l’anno precedente).

Le persone che giungono tardi alla diagnosi d’infezione da Hiv – ovvero con Aids conclamato e/o con il sistema immunitario molto danneggiato (denominate “late presenters”) -sono il 46,9% di tutte le diagnosi Hiv nel -2014, mentre a livello nazionale la proporzione è maggiore, pari al 53,4%.

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