Cronaca
29 Giugno 2015
Era la notte del 28 giugno 1980 quando il 22enne fu freddato in spiaggia. Da allora un processo, cinque assoluzioni e troppi dubbi

Omicidio Bonetti: 35 anni e ancora nessuna risposta

di Redazione | 3 min

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L'immagine di Bonetti sui quotidiani dell'epoca

L’immagine di Bonetti sui quotidiani dell’epoca

Trentacinque anni e ancora nessuna risposta. Era il 28 giugno del 1980 quando Nicola Bonetti, 22enne ferrarese iscritto al terzo anno di medicina, fu ucciso da un colpo di pistola mentre si trovava al Lido di Spina con la propria fidanzata. Un delitto assurdo e rimasto con il passare degli anni avvolto nel mistero: nessun movente, pochi indizi e un’inchiesta chiusa nel 1990 dopo che i cinque imputati nel processo di primo grado vennero assolti con formula piena. Ma i parenti di Bonetti non possono dimenticare quello che è successo e continuano a chiedere una riapertura del fascicolo che faccia luce sui motivi e i colpevoli della morte del proprio caro.

Il giovane ferrarese si trovava ai lidi per una serata con la propria fidanzata 18enne Laura Covini, originaria di Sanremo e sorella minore dell’allora segretario del Partito Liberale della località ligure. Un legame solido e destinato entro breve tempo, racconteranno i genitori di Bonetti, a consolidarsi in un matrimonio. I due si muovono lungo il litorale con l’automobile di Nicola, una Citroen Dyane, per poi appartarsi tra le dune del Lido di Spina, in una zona di spiaggia isolata. Lì, attorno alle 23, accade l’inimmaginabile: per cause mai realmente chiarite qualcuno li raggiunge e fa fuoco con una pistola. I due colpi che sfondano il finestrino del guidatore e un proiettile raggiunge Bonetti alla spalla sinistra mentre questo cercava di inserire la retromarcia e allontanare l’automobile. Gli aggressori scappano e la fidanzata è l’unico testimone oculare di quanto accaduto.

Ed è proprio sulla base del racconto della Covini che gli inquirenti studieranno lo scenario del delitto. Secondo la fidanzata del giovane il tutto sarebbe nato da un tentativo di rapina, effettuato da una persona che si avvicinò alla Dyane e ordinò a Bonetti di aprire la portiera. Tutto accade in pochi secondi: Nicola mette in moto l’auto ma in un istante il rapinatore estrae la pistola e spara, per poi scappare nella notte. Il 22enne respira ancora e la ragazza cerca soccorso per la spiaggia, trovando l’aiuto di tre comacchiesi. All’arrivo dell’ambulanza è ormai troppo tardi per il giovane, che muore durante il trasporto in ospedale.

Un resoconto assai sospetto secondo i carabinieri, soprattutto dopo che le perizie balistiche fecero luce sul tipo di arma utilizzata dall’assassino: una Walter Pkk, che portò gli inquirenti a concentrare le indagini su un commerciante ferrarese proprietario di un’arma compatibile con quella del delitto. E nell’inchiesta finirono anche la stessa Covini e tre uomini comacchiesi: il sospetto insomma era che il racconto della rapina fosse solo un modo per coprire un’omicidio messo in atto da qualcuno che Bonetti conosceva assai bene. Ma il processo che ne deriva si conclude con cinque complete assoluzioni. E le ragioni del delitto, nonostante i 35 anni passati da quella tragica notte, continuano a restare avvolte nel mistero.

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