“Ho trovato una popolazione tranquilla, che ha un forte desiderio di restare tranquilla”. Si è insediato ufficialmente questa mattina il nuovo questore di Ferrara, Antonio Sbordone, che si è presentato alla città con poche e significative parole d’ordine: ascoltare i cittadini, calibrare gli interventi, aumentare la sicurezza.
Il suo primo impatto con Ferrara ieri pomeriggio, al suo arrivo alle ore 15, positivo. “Devo dire, senza ipocrisie – ha dichiarato nell’incontro con la stampa cittadina – che sono molto contento, perché era il il genere di realtà che volevo. Di Ferrara al momento non conosco molto, ma ho intenzione di fare in fretta e e approfondirne la conoscenza bruciando le tappe. Ieri ho compiuto una prima passeggiata in centro e ne ho ricavato la percezione di una città quasi magica, con luci soffuse e notevoli bellezze architettoniche”.
Sbordone ha iniziato la sua carriera nella Polizia a Genova, ma l’esperienza più lunga, circa 20 anni, è stata quella Digos di Napoli. E’ passato poi a Pesaro e a Salerno, quindi gli ultimi mesi a Roma in attesa che gli venisse assegnata una questura. Dall’esperienza napoletana, durante la quale ha condotto indagini sul fronte dell’antiterrorismo e dei reati contro la pubblica amministrazione, il nuovo questore di Ferrara ha maturato una capacità, quella dell’ascolto dei bisogni dei cittadini. “A Ferrara – ha aggiunto – c’è una sensibilità particolare sui temi della sicurezza. Quindi dobbiamo attrezzarci calibrando i nostri interventi. Il personale a disposizione numericamente non è soddisfacente, ma è un problema che esiste in tutta Italia, quindi dobbiamo cerca di utilizzare al meglio le risorse a disposizione”.
Per il nuovo questore, che ha ben presente i problemi della zona Gad, l’ascolto dei cittadini è una delle priorità, con una piccola riserva: “Sono disponibile a un incontro con i comitati, anche se prima vorrei capire bene se dietro queste organizzazioni non si celino altri tipi di interesse. Se hanno l’esclusivo interesse dei cittadini, allora le mie porte sono sempre aperte. Le associazioni sul territorio sono comunque delle “antenne” per noi importanti, di cui abbiamo bisogno”. Sul fronte della repressione, Sbordone si pone come obiettivo quello del calo dei reati, “ma la sola repressione non è sufficiente, bisogna agire soprattutto sul fronte della prevenzione”.
E’ anche a conoscenza dell’impatto che ha avuto sulla città (e non solo) il caso Aldrovandi. “E’ un dolore che non si può superare, non si supera mai, ma la ferita si può rimarginare. Se c’è un problema di fiducia nei confronti della polizia, questo va sanato. Tuttavia non mi pare che attualmente sia questo il problema, la situazione si è tranquillizzata”.
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