Politica
26 Ottobre 2014
Renato Finco e l'unione comunale del partito chiedono la rimozione o modifiche agli articoli su rifiuti e sfruttamento idrocarburi

Sblocca Italia: perplessità dal Pd ferrarese

di Redazione | 3 min

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Renato Finco

Renato Finco

Il decreto Sblocca Italia trova oppositori tra il Partito Democratico di Ferrara, che chiede al Parlamento di rimuover gli articoli 34 e 38 sulla gestione dei rifiuti e delle risorse di combustibili fossili: “scelte opposte e contrarie alla riduzione di impatti su ambiente e clima”, secondo il segretario comunale Pd Renato Finco, che scrive a nome di tutta l’unione comunale ferrarese del partito invitando i parlamentari ad annullare o a effettuare “profonde modifiche” nelle norme che potrebbero portare a danni ambientali non trascurabili.

“I due articoli del disegno di legge, 35 e 38 – affema Finco -, presentano rilevanti criticità in merito all’accentramento delle decisioni di carattere territoriale, nel senso che le scelte vengono assunte dai Ministeri senza il parere vincolante delle Regioni e degli Enti locali. La Camera, sull’art 35, ha approvato migliorie rispetto al testo presentato dal Governo tuttavia il lavoro parlamentare dovrà ulteriormente impegnarsi in primo luogo in direzione di una reale diminuzione della produzione dei rifiuti; in secondo luogo per la incentivazione della raccolta differenziata e del riuso dei materiali, piuttosto che puntare sulla distruzione per incenerimento. Analogamente andrà rilanciato un approccio basato sulla pianificazione regionale, su un ruolo efficace della programmazione e su una corretta informazione e consultazione della cittadinanza (vedi l’esempio del RAB a Ferrara). Se il nostro Paese vorrà veramente assumere un ruolo a livello Europeo, dovrà non solo rispettare le direttive europee, ma incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, oggi solo al 41% di media nazionale mentre in Europa si registrano livelli del 60%. Risulta ovvia che se questo obiettivo fosse effettivamente perseguito anche in Italia non ci sarebbe la necessità di prevedere nuovi inceneritori mentre quelli esistenti risulterebbero sovradimensionati visto che gli stess,i essendo sistemi rigidi richiedono una portata fissa di rifiuti”.

L’articolo 38, invece, interviene per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e per le procedure di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, “in maniera – continua Finco – indistinta e senza alcuna pianificazione preventiva. L’articolo in questione riporta in capo ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico il potere decisorio sulle autorizzazioni ambientali e vincola le concessioni in terra a generiche intese con le regioni interessate esautorando di fatto la pianificazione locale e regionale, riducendo i tempi di consultazione e di decisione sui territori. In particolare il nostro sistema territoriale ferrarese, soggetto a fenomeni di subsidenza conclamata e alla necessità di provvedere al sollevamento meccanico delle acque supèrficiali, potrebbe essere messo a dura prova. Infatti la pianura ferrarese è un’area già interessata da fenomeni di subsidenza che generano e acuiscono criticità territoriali, quali allagamenti di aree recentemente bonificate; generano maggiore vulnerabilità nei confronti di fenomeni alluvionali, aumento dei costi di mantenimento delle aree bonificate, abbandono e ricostruzione di manufatti idraulici, danneggiamento di infrastrutture e riduzioni della capacità agricola delle aree coltivate”.

Punti critici che sollevano la perplessità di Finco, che chiede ” in prima istanza la rimozione degli articoli citati dello Sblocca Italia” o, “in via subordinata”, “una profonda modifica al Senato degli articoli 35 e 38 nel senso di recuperare il coinvolgimento della cittadinanza e il potere decisionale degli enti locali e delle Regioni interessate”.

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