Maurizio Landini. Foto di Gmauri/WikimediaCommons (public domain)
In occasione del Festival di Internazionale, Cgil, Filctem Cgil e Fiom Cgil, Ferrara ed Emilia Romagna, promuovono l’iniziativa “Multinazionali territorio e lavoro: servono nuove regole?” che si terrà domenica 5 ottobre presso l’aula 9 della Facoltà di Giurisprudenza in corso Ercole I d’Este dalle ore 10,30 alle 12,30.
Durante l’iniziativa – alla quale parteciperanno Patrizio Bianchi, economista Università di Ferrara, Maurizio Landini segretario generale Fiom Cgil, Andrea Lassandari docente facoltà di giurisprudenza di Bologna, Emilio Miceli segretario generale Filctem Cgil, coordinati da Vincenzo Colla segretario generale Cgil Emilia Romagna – verrà affrontato il ruolo svolto dalle multinazionali nel nostro Paese in termini di impatto sociale ed industriale e si vuole attirare l’attenzione, in un momento di “respiro internazionale” della nostra città, su una lettura di quanto esse stiano generando e determinando in Italia.
“Il nostro Paese è diventato, in particolare dopo l’inizio della crisi del 2008, terra di conquista di multinazionali (indiane, cinesi, russe, statunitensi etc) che, in assenza di uno slancio imprenditoriale locale, hanno acquisito aziende, marchi, proprietà intellettuali di settori del cosiddetto made in Italy di qualità o di settori più tradizionali, dall’Alitalia all’acciaio – sostiene la Cgil -. Questo avviene in assenza di politiche industriali e di indicazioni di priorità del Governo, sulle quali poter immaginare un futuro del nostro Paese che non sia quello deciso, nel loro esclusivo interesse, dagli azionisti che stanno a Wall Street, a Londra o a Kuala Lumpur. Anche il nostro territorio – prosegue il sindacato ferrarese – vive queste condizioni: le decisioni degli azionisti e dei manager della Thyssen o della LyondellBasell si sono scaricate sui ferraresi con riduzione di attività e lavoro, come potrebbe essere per Eni se si confermassero le scelte annunciate. Un ‘nostro’ impoverimento per incrementare il “loro” arricchimento, per estrarre con la finanza più valore al lavoro – che si riduce progressivamente. Senza nuove regole, promosse da governi, forze politiche, attori economici e sociali, continuerà a proliferare un processo di distribuzione diseguale della ricchezza che impedisce all’Europa, e all’Italia in particolar modo, di uscire dalla crisi”.
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