Da sinistra: Consiglia Morese, Giovanni Gelli e Nicola Zagatti
Scarsa informazione alla popolazione, mancate risposte sulle questioni tecniche sollevate e sulle motivazioni che stanno alla base delle modifiche apportate, spesso assunte prima della loro deliberazione con modalità antidemocratiche. Sono alcune delle critiche mosse da Consulta Popolare San Camillo, Comitato Ospedale del Delta, CittadinanzAttiva Ferrara-Comacchio e forze politiche di Comacchio e del Delta ferrarese all’atteggiamento delle due aziende sanitarie della provincia in merito al Piano strategico di riorganizzazione della sanità, del quale contestano duramente l’efficacia e l’efficienza. Critiche e osservazioni riportate questa mattina anche al prefetto, nel corso di un incontro al quale erano presenti una dozzina di rappresentanti delle associazioni (oltre ad alcuni politici dei Comuni del Basso Ferrarese) che da tempo lottano per la difesa dei rispettivi presidi sanitari e contro i tagli in atto, uniti nel cosiddetto Coordinamento per la liberazione socio sanitaria del Basso Ferrarese.
“Il prefetto – ha riferito al termine dell’incontro Giovanni Gelli, rappresentante di CittadinanAttiva e della Consulta Popolare – ha sottolineato di non avere competenza per entrare nel merito del Piano sanitario, ma si è reso dispoibile a sollecitare adeguate risposte sulle questioni tecniche sollevate da parte dell’Azienda Usl e dell’Azienda Ospedaliera”. Sempre il prefetto, inoltre, ha assicurato che si farà portavoce delle istanze della popolazione sul problema della pediatria all’Ospedale del Delta: “Chiederà conto dei motivi del grave ritardo – ha aggiunto Nicola Zagatti del Comitato per la Salvaguardia Ospedale del Delta – che si protrae dal 2013, oltre a farsi garante delle normative vigenti, visto che ormai le aziende sanitarie tendono prima ad apportare le modifiche, poi a deliberarle, senza contare poi che l’ultima Conferenza territoriale socio-sanitaria (Ctss) si è svolta con modalità antidemocratiche, non essendo stata adeguatamente pubblicizzata per tempo impedendo così eventuali forme civili di protesta (il permesso va chiesto alla questura almeno 3 giorni prima)”.
Altre due, almeno, sono le questioni sollevate dalla delegazione dei rappresentanti del Coordinamento per la liberazione socio sanitaria del Basso Ferrarese. La prima riguarda i dati sulla mobilità passiva e attiva, che sarebbero estremamente sfavorevoli alla nostra provincia, la seconda sul costo pro capite della sanità provinciale, aumentato da un anno all’altro e comunque superiore alla media regionale. Due aspetti che sono sintomatici proprio dell’efficienza del Piano sanitario. “Tutto questo – ha commentato Gelli – avviene nonostante il Piano sia in fase di applicazione dal 2013. Quindi a cosa servono i tagli dei posti letto e tutte le altre azioni del Piano strategico se poi i costi aumentano? Verso quali livelli di inefficacia e di crisi ci sta portando lo stesso Piano e la gestione dei due direttori generali? E’ solo la messa in atto di uno schema teorico e ideologico che non tiene conto delle esigenze della popolazione e dei costi”.
“Noi – ha concluso Zagatti – ci siamo trovati per assurdo ad affrontare ciò che dovrebbe affrontare la politica, mentre assistiamo a sindaci che in Ctss votano documenti e bilanci sanitari senza aver avuto il tempo di leggerli. Nonostante lo strano silenzio alle nostre domande che stanno adottando le due aziende sanitarie da diverso tempo, noi continueremo nello studio di ogni loro documento e ogni virgola fuori posto non esiteremo a renderla pubblica”.
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