Il gip Piera Tassoni ha rinviato gli atti al pm per valutare nuovamente se chiedere un’archiviazione o il rinvio a giudizio, totale o parziale, per i sei medici indagati per la morte di Maria Roncati.
Maria Roncati, 64 anni, morì all’ospedale Sant’Anna di Ferrara il 1 aprile 2011, proprio nel giorno del suo compleanno. La donna si era presentata al pronto soccorso accusando senso di nausea e dissenteria. Sintomi che presentava già da qualche giorno. In ospedale venne visitata e operata d’urgenza alla colicisti. Poi arrivò il decesso.
Un decesso che secondo il consulente della procura andava ricondotto a una coagulazione intravascolare disseminata. Per il consulente di parte civile, invece, il quadro clinico della paziente avrebbe sconsigliato l’intervento chirurgico. La procura chiese l’archiviazione per gli indagati (il medico di base, un dottore del pronto soccorso e quattro chirurghi – difesi dagli avvocati Ciaccia, Linguerri, Toschi, Domanico e Marzola), richiesta alla quale si oppose la parte civile, assistita dall’avvocato Antonio Boldrini.
A quel punto il precedente gip, Monica Bighetti, incaricò due consulenti del tribunale di svolgere una ulteriore perizia per accertare definitivamente la cause che portarono alla morte della donna. I due medici hanno potuto esaminare solo le cartelle cliniche, non potendo valersi di reperti autoptici dal momento che la salma è stata cremata
Ieri, in incidente probatorio, il medico legale di Brescia Francesco De Ferrari e il direttore di chirurgia dell’ospedale civile lombardo Gerolamo Tonini sono arrivati a una conclusione che potrebbe riaprire il “caso”: Maria Roncati morì per una trombo embolia polmonare. Si attendono ora le conclusioni della procura.
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