“Mi fidavo di lui e sulla base di quella fiducia firmai”. È Alfredo Santini a parlare. L’ex presidentissimo della Cassa di Risparmio di Ferrara è stato chiamato ieri a testimoniare davanti al tribunale di Milano nel processo che vede imputato per truffa aggravata il suo ex direttore generale Gennaro Murolo. Inizialmente lo stesso Santini venne indagato, insieme a un altro vertice di Corso Giovecca, l’ex vicedirettore Giorgio Tomasi. Per entrambi però il gip accolse la richiesta di archiviazione del pm Gaetano Ruta.
Il processo riguarda il filone di inchiesta sui rapporti tra Carife e il gruppo milanese dei fratelli Siano. E in particolare il maxi investimento dell’istituto di credito ferrarese nel fondo immobiliare Calatrava, gestito da Vegagest Immobiliare (partecipata al 100% da Vegagest Sgr, il cui azionista di riferimento, con oltre il 30% delle quote era proprio Carife). Il fondo si proponeva di realizzare entro la metà del 2011 la costruzione del complesso immobiliare MiLuce, nei pressi della stazione centrale di Milano. Parti lese nel processo sono Massimo Severoni (presidente di Fgs Italia) e Bernardo Botti (procuratore di Finance Solution). Secondo la ricostruzione della procura ambrosiana, nell’aprile del 2009 i Siano contattano Severoni per far entrare Fsg nel fondo Calatrava, dietro la “ingannevole” (secondo le parti offese) rappresentazione di aderire a una iniziativa economicamente vantaggiosa. Secondo Severoni, infatti, il Gruppo Siano e alcuni funzionari di Carife, in sede di trattativa, fornirono “incomplete ed errate informazioni” che spinse la società a investire nel fondo 3 milioni e 700mila euro. Poi la storia è nota. L’operazione si rivelò fallimentare e l’investimento di Fsg perse di validità subendo in tre anni un forte deprezzamento.
Ieri Santini ha ripercorso in circa due ore di interrogatorio (assistito in quanto persona indagata in precedenza dall’avocato Marco Linguerri) la storia recente dei suoi ultimi anni alla guida di Carife, anni che videro l’arrivo di Murolo. Lo strapotere del dg impegnò l’istituto in un progetto di espansione che si rivelerà deleterio (contro Murolo è pendente una causa civile della banca per risarcimento danni). “In quel periodo – racconta Santini al giudice -, Murolo mi presentò delle delibere d’urgenza, che firmai basandomi solo sulla sua parola. Mi disse che i finanziamenti verso i Siano e le relative delibere erano regolari. E, fidandomi di lui, apposi il mio nome senza problemi”.
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