Dopo il caso della causa “Lagrein”, con il Comune probabilmente costretto a sborsare 1 milione e 700mila euro a un imprenditore altoatesino, il segretario provinciale della Funzione Pubblica della Cisl, Maria Claudia Canella, prende carta e penna e sccrive al sindaco Tagliani esprimendo alcune preoccupazioni. Preoccupazioni che riguardano le ricadute possibili delle scelte che il Comune deciderà di operare e che potranno avere riflessi sul personale, sui servizi e sulla fiscalità locale.
“Ma ciò che preoccupa ulteriormente – spiega la Canella – è quell’inciso, in cui si afferma che è stato difficile ricostruire la vicenda perché la Dirigente dell’epoca è andata in pensione. Questo evento, se veritiero, mette in luce la scarsa capacità dell’ amministrazione di operare scelte organizzative capaci di rispondere alle esigenze della “cosa pubblica”, invece che alle volontà spesso non supportate dalla necessaria capacità , lungimiranza ed obiettività di assessori, consiglieri o dirigenti. Da questo punto di vista il comune di Ferrara, in questi 30 anni, ha dimostrato di non aver migliorato le sue capacità organizzative e questo preoccupa. Tantopiù oggi che le amministrazioni pubbliche si trovano e si troveranno a fare i conti con una legge (Spending Review) che impone ulteriori tagli, ma che richiede anche un’analisi attenta volta a razionalizzare i processi produttivi: temiamo che si opererà solo con la logica burocratica e non con la logica funzionale”.
La sindacalista chiede quindi al sindaco quali siano le reali scelte che intende adottare e i possibili riflessi di tali scelte su dipendenti, servizi o fiscalità generale. “Chiedo inoltre – aggiunge Canella – di conoscere quali provvedimenti siano possibili per coloro che hanno operato scelte che hanno portato all’attuale situazione, perché ciò che appare ai più è “che pagano i soliti noti”, cioè i più deboli e non i veri responasibili”.
Sulla vicenda che sta tenendo in apprensione la giunta, i cittadini e le parti sociali, l’assessore al Bilancio Luigi Marattin si dimostra moderatamente ottimista. “Il fatto che la stampa ne stia parlando, sia a Ferrara che, mi risulta, in Trentino Alto Adige – commenta Marattin – mi fa sperare che l’imprenditore possa essere meno rigido sulle nostre precedenti richieste di rateizzazione. Al momento risulta solo un suo ‘no’ verbale a una richiesta scritta dei nostri legali di poter rateizzare in tre anni. Se però arrivasse anche un suo ‘no’ ufficiale, cioé scritto, allora le misure da adottare sarebbero quelle già annunciate: accensione di un mutuo e vendita di azioni Hera”.
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