Come imparare l’inglese più velocemente
È la lingua degli affari, del turismo e ovviamente quella dell’informatica: l’inglese domina le richieste professionali, di studio e spesso persino quelle del tempo libero
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In molte aziende, specialmente quelle che operano in settori che richiedono una particolare attenzione all'igiene, l'armadietto spogliatoio sporco-pulito ha assunto un ruolo cruciale nella gestione del benessere dei dipendenti
I magneti al neodimio oggi vengono utilizzati in svariati settori, dall'automazione industriale fino ad arrivare al fai da te, ma possono diventare anche un prezioso strumento didattico nelle scuole
Adolfo Wildt (Milano, 1868 – 1931) è il genio dimenticato del Novecento italiano.
La grande mostra che Forlì gli dedica ai Musei di San Domenico – dal 28 gennaio al 17 giugno prossimi – per iniziativa della locale fondazione Cassa dei Risparmi e del Comune, è certo una scommessa: rendere popolare un artista tra i più sofisticati e colti del secolo scorso. La mostra è curata da Fernando Mazzocca e Paola Mola, sostenuti da un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci.
Da sottolineare come questa esposizione, eccezionale per completezza e qualità delle opere, rappresenti il primo tempo del “Progetto Novecento. Percorsi – Eventi – Interpretazioni” che si svilupperà nel 2013 con la grande mostra Dux, dedicata ad una ricognizione “sull’arte italiana negli anni del consenso”, proposta da Forlì, città d’elezione del Duce, dopo Predappio.
Nel percorso al San Domenico, allestito dal parigino Wilmotte et Associès e dallo Studio Lucchi e Biserni, la grande arte di Wildt sarà messa a confronto con i capolavori di maestri del passato che per lui furono certe fonti di ispirazione. Una ‘serie omnicomprensiva’ che va da Fidia al grande ferrarese Cosimo Tura – ma gli fu mèntore anche Francesco del Cossa – ad Antonello da Messina, Dürer, Pisanello, Bramante, Michelangelo, Bramantino, Bronzino, Bambagia, Bernini, Canova e con i moderni con cui si confrontò originalmente: ancora un grande ferrarese, Gaetano Previati, Mazzocutelli, Rodin, Klimt e poi De Chirico, Morandi, Casorati, Fontana, Melotti. Ma anche con artisti come Gustav Klimt che da lui presero ispirazione.
Insomma la più grande rassegna mai realizzata su Wildt ma anche una sequenza impressionante di capolavori, scelti a confronto, praticamente una mèta-mostra, una impedibile mostra nella mostra.
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