Cronaca
13 Gennaio 2012
Decisione precauzionale della Provincia. Ok di Area, ‘ni’ di Hera. Entro il 2016 discariche chiuse

Stop ai rifiuti di Napoli

di Redazione | 4 min

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“Abbiamo deciso di fare anche più del nostro dovere: pur confidando che sia tutto a posto, abbiamo prudenzialmente chiesto ai gestori di sospendere i conferimenti di rifiuti napoletani in attesa di completare i controlli”. Sull’immondizia partenopea nel nostro territorio interviene la presidente della Provincia di Ferrara Marcella Zappaterra.
L’invito è stato accolto da Area e dunque, hanno fatto sapere stamattina in Castello, il conferimento alla Crispa è sospeso, mentre Hera al momento né ha accettato né ha rifiutato: “Ci incontreremo a breve” fa sapere la presidente.
Finora si è parlato di Area e di Crispa, cosa c’entra Hera? C’entra perché quelli giunti a Jolanda di Savoia non sono gli unici rifiuti campani arrivati tra il Reno e il Po. I conti li ha fatti l’assessore all’Ambiente Giorgio Bellini: “al 31 dicembre ne sono arrivate 16.100 tonnellate alla Crispa, 11.300 all’impianto di compostaggio di Ostellato gestito da Hera e 611 a quello di Sicura a Comacchio”.
Il totale fa circa 28mila tonnellate già arrivate, che però non sarebbero tutte quelle previste. Area ha infatti firmato un contratto con il napoletano Sapna per smaltirgliene 20mila (le 4mila rimanenti sono appunto quelle al momento stoppate), mentre ad Ostellato ne dovrebbero giungere altre 5mila entro il 30 gennaio, sul cui destino Hera come si è detto non si è ancora pronunciata. Il tema non riguarda invece gli altri due gestori del servizio nella nostra Provincia: non ne hanno infatti ricevuti l’argentana Soelia e Cmv, che lo svolge nell’Alto Ferrarese (“le sue discariche sono esaurite” ha affermato Bellini).
Si tratta di rifiuti speciali, il che – insistono in Castello – non significa che siano pericolosi o tossici. Cosa voglia dire questo aggettivo che tanti timori incute lo spiega l’ingegner Paola Magri, dirigente del Settore Ambiente e Agricoltura, la quale fornisce però una spiegazione in parte diversa – almeno ad orecchie profane – da quella del suo omologo e direttore di Area Raffaele Alessandri, nella conferenza stampa di fine dicembre. “I rifiuti speciali sono rifiuti urbani, ossia quelli prodotti dai cittadini e dalle industrie, sottoposti ad un trattamento chimico-fisico, ad esempio la separazione di secco e umido, il quale a volte viene stabilizzato in modo da non renderlo più putrescibile. Non è più un rifiuto urbano, insomma, perché ha subito un trattamento”.
Il trattamento che i rifiuti subiscono sarebbe fondamentale, perché li trasforma da non esportabili fuori dai confini regionali – come sono gli urbani – ad esportabili. Alla trasformazione fisico-chimica, inoltre, se ne aggiunge una di tipo giuridico. Lo ha ricordato la stessa Zappaterra: “Gli urbani di Napoli non dovrebbero essere trasportati, ma una sentenza del Consiglio di Stato ha classificato come ‘speciali’ quelli che hanno subito il trattamento, e li ha dunque dichiarati trasportabili e lasciati ad un libero mercato in cui a decidere sono i gestori del servizio”. Non si tratterebbe però, garantiscono ancora in Castello, di un semplice timbro di tribunale che cambia il nome di qualcosa lasciandolo concretamente inalterato: questi rifiuti, come ha appunto spiegato Magri, sono stati effettivamente trattati.
Sulla non pericolosità dei rifiuti giunti e sulla loro conformità alle leggi è entrato Bellini: “Sono sempre controllati all’origine e all’arrivo, e per quanto riguarda quelli di Napoli i controlli effettuati sono stati anche superiori a quelli prescritti”.
La presidente della Provincia ha però voluto annunciare che i viaggi sull’asse Napoli-Ferrara non andranno oltre le tonnellate già previste (appunto le 4mila a Jolanda e 5mila ad Ostellato). “Si è trattato di un’operazione di solidarietà in situazione di emergenza, stiamo lavorando affinché non sia la regola”. L’occasione sarà anche il piano provinciale dei rifiuti, che scadrà il 31 dicembre. “Abbiamo già iniziato a parlarne con i gestori, in ogni caso entro il 2016 tutte le discariche dovranno essere chiuse ed i rifiuti urbani indifferenziati saranno tutti inceneriti”.
Non si può però restare senza una discarica, pensano ancora in Castello, ad esempio perché sono sempre possibili guasti agli inceneritori, “e dunque ne manterremo una di appoggio – ha continuato Zappaterra –. Ancora non abbiamo stabilito quale, ma certo non ne sarà creata apposta una nuova, sarebbe assurdo”. Un’idea era quella di Molino Boschetti, ma così non sarà “per la presa di posizione del sindaco di Sant’Agostino”, nel cui territorio rientra.
Intanto, però, la Conferenza dei servizi deve decidere sulle richieste di ampliamento già avanzate: 15mila tonnellate in più a Molino Boschetti e 50mila l’anno per cinque anni (dunque 250mila in totale) a Jolanda di Savoia. Bellini vuole specificare: “Non sono veri e propri ampliamenti, quanto piuttosto completamenti, perché si espanderanno in valli tra cumuli di rifiuti, e dunque non ci sarà nuovo consumo di territorio. È come se si utilizzassero stanze ancora vuote in un edificio già costruito”. La decisione, concludono in Provincia, sarà affidata esclusivamente ai tecnici: Arpa, Ausl e Comuni.

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