I consulenti Gaetano Thiene e Claudio Rapezzi
Il prof. Gaetano Thiene non si muove di un millimetro: siamo in presenza di un ematoma in corrispondenza del fascio di His. L’anatomo-patologo dell’università di Padova ribadisce al propria tesi anche di fronte all’ingrandimento della foto del cuore di Federico Aldrovandi acquisita dalla corte di appello.
Secondo Thiene, si nota un ematoma del diametro di circa un centimetro nel ventricolo sinistro, in corrispondenza del fascio di His, con conseguente interruzione della trasmissione elettrica del cuore: quella di Federico non fu una morte da fibrillazione ventricolare, ma blocco cardiaco da asistolia. Una morte violenta o improvvisa dovuta a un fattore meccanico, forse da compressione.
Per il cardiologo Claudio Rapezzi, invece, siamo di fronte a una morte improvvisa per sindrome da delirio eccitato (la cd excited delirium syndrome). L’eccitazione da droghe, in particolare la ketamina, sommata allo stress dovuto alla colluttazione ha provocato il decesso. La diagnosi si evince dalla descrizione del comportamento del soggetto, sottoposto a contenzione e al conseguente sfogo dell’eccitazione. Di qui il consumo di ossigeno e la successiva aritmia che fa mancare ossigeno al cuore.
Quello in foto non sarebbe inoltre un ematoma ma un deposito di sangue post mortem. “Il cuore di Aldrovandi si presenta integro e dalla foto non emerge nulla di contusivo – ha spiegato davanti alla Corte di Appello -. Solo in un caso su un miliardo uno schiacciamento toracico va a colpire solo un punto (il fascio di His, ndr) senza interessare il resto del cuore. L’ingrandimento serve per dire che in quel punto potrebbero esserci ondulazioni non presenti nel’immagine “nativa” (quella esaminata in primo grado). Si nota infatti un livello di alterazione compatibile con un danno da catecolamine”.
Rapezzi si fa più prudente rispetto a quanto sostenuto in primo grado, ammettendo che la sua ipotesi potrebbe non essere esaustiva, ma solo “compatibile”.
Nemmeno il sospetto di compatibilità per Thiene, invece, che anzi “boccia” il suo interlocutore: “anche dalla immagine depositata dalle difese vedo l’assenza di bande di contrazione. Se uno studente mi dicesse a un esame universitario una cosa diversa gli chiederei di ripresentarsi all’appello successivo”.
Rapezzi insite; “la morte di Aldrovandi è scritta pari pari nella letteratura scientifica” e richiama un documento del 2011 redatto dalle associazioni di pronto soccorso, sempre americane, secondo le quali la sindrome esiste: “è il cosiddetto crepacuore”.
Thiene chiude facendo notare che “non è mai stato riportato un caso di syndrome che porti alla morte in assenza di costrizione”.
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