Sono in tutto 526 persone rinchiuse in uno spazio che ne dovrebbe contenere 466. È la situazione di sovraffollamento carcerario dell’Arginone di Ferrara, finita sul tavolo del consiglio provinciale. A relazionare sullo stato di cose della casa circondariale è stata Federica Berti, garante dei diritti delle persone private e delle libertà personali, che svolge il proprio servizio nelle carceri di Ferrara dal 2008.
Figura istituita con delibera del Consiglio comunale di Ferrara nel 2007, la dott.ssa Berti terminerà il proprio incarico nel 2011 e svolge le funzioni riconosciute dalla legge anche ai parlamentari, consiglieri regionali e ministri di culto, con diritto di accesso per riscontrare le reali condizioni di vita all’interno delle strutture penitenziarie.
Nella sua ampia relazione Federica Berti ha ricordato le attuali dimensioni della popolazione carceraria di Ferrara, col dato degli attuali 526 detenuti rispetto alla tollerabilità della struttura valutata in 466 unità. Critica anche la situazione del personale in servizio: 165 sono le guardie carcerarie a Ferrara con uno scarto di 67 agenti rispetto ad un organico stabilito in 232 unità.
La relazione è stata l’occasione da parte dell’assessore al Bilancio, Davide Nardini, per riflettere sullo stato di abbandono della struttura di Codigoro, nata con natura mandamentale e terminata fra il 2000 e 2001. “Una possibilità di utilizzare 52 posti – ha spiegato Nardini – che non è colta, specie in una situazione nella quale il ministro Angelino Alfano annuncia lo stato di emergenza per le carceri a livello nazionale e, nello stesso tempo, annuncia un piano di edilizia carceraria destinata ad ampliare la capienza della popolazione di almeno 30.000 detenuti”.
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