Cronaca
21 Giugno 2025
Rinviato a giudizio il 47enne commercialista Ennio Bizzarri per la sola accusa di falso. Con lui a processo anche due collaboratori e alcuni stranieri che avevano usufruito di presunte false dichiarazioni dei redditi per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno

Cade l’associazione a delinquere. Ridimensionata l’accusa per l’assessore di Vigarano

di Davide Soattin | 4 min

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Si ridimensiona – e non di poco – il quadro accusatorio contestato al 47enne Ennio Bizzarri, commercialista e assessore al Bilancio a Vigarano, che – insieme a due collaboratori, il 39enne Marco Benati e il 45enne Janvier Bienvenu Mbe Mbe – era stato inizialmente portato a processo con le accuse di associazione a delinquere finalizzata al falso e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Questo perché, secondo quanto ricostruito dalle indagini eseguite dalla Guardia di Finanza col coordinamento della Procura di Ferrara, tra il 2014 e il 2021, avrebbe fornito – dietro compenso – false dichiarazioni dei redditi utili per ottenere oppure rinnovare il permesso di soggiorno di 45 cittadini di nazionalità straniera, anche loro finiti alla sbarra con la sola accusa di falso.

Ieri (venerdì 20 giugno) mattina infatti – dopo la discussione dell’udienza preliminare – il gup Danilo Russo ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste relativamente all’accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, stralciando – sempre con sentenza di non luogo a procedere, ma per intervenuta prescrizione – le posizioni in cui l’accusa era relativa a fatti avvenuti dal 2014 al 2017 compreso. Il risultato è stato quindi sì il rinvio a giudizio di Bizzarri, così come dei due collaboratori e di alcuni stranieri, ma limitatamente all’accusa di falso contestata per i soli episodi che – secondo gli inquirenti ferraresi – vanno dal 2018 in avanti.

La vicenda venne alla luce nell’aprile del 2022 (Bizzarri era già assessore, ndr), quando la Procura aveva emesso gli avvisi di fine indagine. Bizzarri era stato chiamato in causa come amministratore di una società di elaborazione dati che avrebbe messo a disposizione il proprio studio professionale e le attrezzature utili alla trasmissione delle dichiarazioni fiscali. Secondo l’accusa iniziale aveva creato società ad hoc per far apparire falsi redditi in capo a migranti privi di permesso di soggiorno. Questo da fine 2014 all’inizio 2021, quando però – lo sottolineiamo – non aveva ancora incarichi politici.

Secondo gli inquirenti, infatti, il commercialista e i suoi collaboratori, dietro compenso, avevano fornito ai 45 stranieri false dichiarazioni dei redditi utili per ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. A dare il via alle indagini delle Fiamme Gialle furono diverse segnalazioni di natura amministrativa pervenute dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Ferrara, destinatario di numerose domande per il rinnovo dei permessi di soggiorno da parte di persone di nazionalità nigeriana residenti in provincia.

L’ipotesi investigativa sottoposta alla Procura era quella di un’attribuzione solo formale della partita iva per i suoi clienti, poiché quest’ultimi di fatto non avevano mai avviato alcuna attività di natura imprenditoriale: le attività dichiarate, necessarie per istruire le pratiche di rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno, sarebbero state finalizzate a dimostrare che i soggetti possedevano il requisito del reddito sociale superiore alla soglia minima e che fossero operanti nella attività più svariate, dal commercio al dettaglio e all’ingrosso, alle attività di tipo artigianale o manifatturiere.

Per gli inquirenti, nessuno dei neo imprenditori individuati avrebbe mai avuto una sede effettiva, attrezzature, macchinari, capannoni, dipendenti, né rapporti con clienti e fornitori. Eppure a chiusura dell’anno fiscale, i consulenti avrebbero provveduto – questa l’ipotesi accusatoria – a inserire nelle dichiarazioni presentate telematicamente al fisco per i loro clienti, i dati “artefatti” di una contabilità inesistente: dal fatturato alle spese, comprese quelle per l’eventuale personale dipendente.

Il processo inizierà il 21 ottobre davanti alla giudice Sandra Lepore. “In quella sede – dice l’avvocato Sabrina Guelfi, che difende Bizzarri – saremo felici di difenderci e dimostrare che, quanto all’unica accusa che oggi viene mossa al mio assistito, vale a dire quella di falso, non c’è alcuna fondatezza“.

“Sono stato accusato di essere il deus ex machina di un’associazione a delinquere finalizzata al rinnovo illecito di permessi di soggiorno. Tutto questo semplicemente perché ho svolto il mio lavoro: redigere bilanci e dichiarazioni sulla base della documentazione fornita, nulla di più, nulla di meno. Il tutto senza essere mai nemmeno ascoltato dagli inquirenti” spiega Ennio Bizzarri.  “Per la maggior parte dei lettori – prosegue – ero già un colpevole, un farabutto. Ma ho ricevuto anche tanto sostegno da chi mi conosce davvero, da chi sa come lavoro, e dall’impegno e dalla passione che metto ogni giorno in ciò che faccio”.

Bizzarri aggiunge: “Oggi, finalmente, un giudice ha accertato che non è mai esistita alcuna associazione a delinquere. Resta ora da dimostrare la correttezza del mio operato nella redazione dei documenti prodotti, e che quanto mi viene contestato riguarda in realtà la base stessa della nostra professione: operare sulla documentazione ricevuta, senza la possibilità – né gli strumenti – per verificarne la veridicità. Se dovesse passare un principio diverso, ogni professionista sarebbe automaticamente imputabile“.

“È toccato a me, ma sarebbe potuto capitare – chiude il commercialista – a qualsiasi altro collega. Andrò a processo con la serenità di poter finalmente parlare, perché – ci crediate o no – a volte si può essere accusati senza nemmeno avere la possibilità di chiarire la propria posizione. Ora potrò finalmente restituire (in realtà mai persa) dignità al mio nome e dimostrare, con i fatti, la serietà e l’impegno con cui affronto il mio lavoro. E come dico sempre: il tempo è galantuomo“.

 

 

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