Cronaca
20 Giugno 2025
Un 45enne ferrarese è stato condanna per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate nei confronti della compagna 38enne di nazionalità marocchina. La donna perse anche i denti dopo alcuni pugni

Presa a calci in faccia e sottomessa. Cinque anni e mezzo per il compagno ‘padrone’

di Davide Soattin | 4 min

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Cinque anni e mezzo. Sono quelli che il collegio del tribunale di Ferrara ha inflitto – in primo grado – a un 45enne italiano finito a processo con la duplice accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate nei confronti della propria compagna, una 38enne di nazionalità marocchina, che per circa quattro anni – secondo il quadro accusatorio – è stata costretta a vivere una quotidianità di sofferenze fisiche e psicologiche, soffocata in un clima di tensione e paura tra scenate violente e scatti di ira, dentro la propria casa.

La sentenza è arrivata ieri (giovedì 19 giugno) mattina. Durante la scorsa udienza, la Procura di Ferrara aveva chiesto sette anni e due mesi di pena per l’uomo, che – al momento irreperibile – ha già un divieto di avvicinamento all’abitazione della persona offesa. Il collegio però – presidente Piera Tassoni con a latere i giudici Marco Peraro e Rosalba Cornacchia – ha escluso l’aggravante dell’aver commesso i fatti davanti ai tre figli minori, riducendo quindi la condanna inflitta rispetto all’iniziale richiesta ben più alta dell’accusa.

I fatti risalgono al periodo tra il 2019 e l’ottobre 2023, sia durante che dopo la convivenza dei due. Le contestazioni parlavano di minacce, offese e violenze fisiche per sottomettere la donna alle proprie volontà, terrorizzandola qualora avesse tentato di ribellarsi a ciò che lui le imponeva in quel momento di fare.

Per esempio, stando al quadro accusatorio ricostruito dagli inquirenti, non essendo lei economicamente indipendente, le aveva imposto di rivolgersi a lui con unSì, padrone” per ottenere da lui del denaro, mentre in un’altra occasione, a giugno 2023, in occasione del compleanno di uno dei figli, l’aveva schiaffeggiata e le avrebbe tirato i capelli facendole sbattere la testa contro il muro e causandole ferite curate con dieci punti di sutura, poiché si era permessa di comprare una torta, disubbidendo a quello che lui le aveva detto.

L’anno prima invece, il 12 febbraio e il 19 aprile 2022, l’aveva mandata per due volte all’ospedale Sant’Anna di Cona. Nella prima circostanza per una distorsione all’indice della mano sinistra che gli costò quindici giorni di prognosi, nella seconda per un trauma cranico con conseguente rottura del labbro per un calcio in faccia. Due aggressioni che però la donna non trovò mai il coraggio di denunciare alle forze dell’ordine per paura di ricevere in cambio alcune ritorsioni da parte del 45enne imputato, qualora lo avesse scoperto.

Qualche mese più tardi poi, il 27 novembre 2022, il 44enne le aveva prima rotto due denti e successivamente l’aveva derisa e umiliata, invitandola a farseli sistemare “facendo la prostituta“. E altri due denti le caddero a seguito di un pugno in faccia, rifilatole come violenta risposta a una lamentela a luglio 2023.

Le angherie nei suoi confronti – per la Procura di Ferrara – continuarono anche dopo la fine della convivenza. Il 15 settembre 2023, ad esempio, l’uomo aveva minacciata, dicendole di andare via dalla loro casa se non avesse voluto prendere delle altre botte. Lo avrebbe fatto prima telefonicamente e poi in presenza, senza però riuscire a intimidirla. Così, davanti al rifiuto categorico di lei, sempre lo stesso giorno, aveva usato le maniere forti e l’aveva colpita violentemente al volto con pugni e schiaffi.

Quel vortice di violenza ingiustificata finì per provocarle contusioni multiple alla testa, al collo e al viso, oltre che evidenti ematomi e tumefazioni che furono giudicati guaribili in quindici giorni. Inoltre, anche con l’aiuto di altre persone mai identificate, l’odierno imputato aveva danneggiato abitualmente le suppellettili e gli oggetti custoditi all’interno della loro abitazione, inscenando quello che sembrò essere un gesto dimostrativo nel tentativo di provare a spaventarla.

L’ultima aggressione, in ordine di tempo, il 6 ottobre 2023 quando, dopo averla minacciata di morte, mentre tentava insieme ad altri di portarle via l’automobile parcheggiata davanti a casa, lui le aveva morso un dito della mano. Poi, esausta di quella vita, di quelle continue vessazioni e di quelle lesioni subite, di cui molte mai refertate, la 38enne – assistita dall’avvocato Giampaolo Remondi – prese coraggio, denunciando tutto ai carabinieri, che immediatamente fecero partire le indagini dietro il coordinamento degli uffici di via Mentessi.

L’uomo, difeso dall’avvocato Marina Gionchetti, oltre ai cinque anni e sei mesi di condanna e all’essere stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, dovrà versare una provvisionale di 10mila euro alla donna, parte civile. Le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni.

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