Spal
12 Giugno 2025
Intervista a Valentina Ferozzi, presidente del Centro Coordinamento Spal Clubs: "Gestione Tacopina disastrosa. Si riparta con una società di ferraresi che conoscono il calcio"

“Ora la paura è che non ci sia più la nostra Spal”

di Davide Soattin | 4 min

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Ripartire da zero con la nascita di una nuova società sportiva in mano a personaggi ferraresi e con il coinvolgimento attivo dei tifosi biancazzurri tramite una sorta di azionariato popolare. È l’auspicio che arriva da Valentina Ferozzi, presidente del Centro Coordinamento Spal Clubs, a ormai quasi una settimana dalla mancata iscrizione in Serie C della Spal di Joe Tacopina e di Marcello Follano e la conseguente scomparsa dal calcio professionistico.

Valentina, come sta vivendo questi giorni infernali?

“Quando ho avuto la notizia della mancata iscrizione, ero distrutta. Talmente distrutta che non provavo niente. Ero lì, sospesa nel limbo. Non sapevo se stavo bene o se stavo male. Non avevo emozioni. In questi giorni un sacco di tifosi mi stanno telefonando e mi chiedono di chi sia la colpa. A me adesso non interessa trovare un colpevole, che tanto prima o poi dovrà rispondere di quanto accaduto, io voglio andare avanti. Credo che da oggi in poi sia responsabilità di noi tifosi per cercare di fare qualcosa che sia per noi e non sempre e solo per gli altri”.

Tipo?

“Mi piacerebbe che tutti i tifosi che in questi anni hanno pagamento il loro abbonamento, tirino fuori una parte di quella cifra spesa e la mettano a disposizione di un piccolo tesoretto utile a entrare nel Cda della Spal che nascerà. Ci siamo già attivati con l’associazione Supporters in Campo, che da anni si muove tra Germania, Inghilterra e Spagna per aiutare i tifosi a entrare nei Cda o addirittura a rilevare le società. All’estero si riesce, in Italia no. Ma vogliamo comunque capire se è possibile imbastire qualcosa di simile. Anche i ragazzi della Curva Ovest hanno dato la loro disponibilità a questo tipo di iniziativa e quindi vogliamo studiare la possibilità di poter avviare un progetto che permette ai tifosi di essere attivamente coinvolti nella gestione di un calcio che ormai è malato. Ancora non sappiamo se e come è possibile farlo, ma ci stiamo muovendo per poter essere pronti e operativi nel momento in cui nascerà la nuova Spal”.

Se lo aspettava un epilogo così amaro?

“No, non me lo aspettavo. E non ne avevo nemmeno i sentori che sarebbe potuto accadere qualcosa di simile”

Un aggettivo per descrivere la gestione Tacopina.

“Disastrosa. Perché con cinquanta milioni di euro puoi tranquillamente fare campionati di Serie B. Qui invece – sul campo – abbiamo rischiato la retrocessione in D. È stato tutto gestito male. Io l’ho conosciuto quando è arrivato e ci sembrava fosse arrivato il salvatore della patria. Si sa, l’americano che arriva in Italia. Poi piano piano non l’ho più visto. L’ultima volta è stata quando abbiamo inaugurato la nuova sede del centro coordinamento. Ha sempre avuto importanti impegni professionali negli Stati Uniti e in Italia c’è stato poco. Specialmente quest’anno, quando la squadra era in quelle condizioni, avrebbe dovuto essere più presente. Farsi vedere, interessarsi e non limitare la propria presenza a delle videocall. Un presidente deve toccare con mano la propria realtà”.

Sarebbe favorevole a un eventuale ritorno di Walter Mattioli?

“Sarei favorevole a un ferrarese che segue la Spal. Vorrei la Spal in mano a dei ferraresi che conoscono il calcio. Abbiamo gli esempi in casa di Eros Schiavon, di Daniele Gasparetto, di Massimiliano De Gregorio, responsabile del settore giovanile biancazzurro. Con lui ci ho scambiato qualche parola nei giorni scorsi. L’ho trovato molto euforico, pronto a ripartire a mille con entusiasmo e voglia di riscatto, qualunque sia la categoria. Affidiamoci a loro, cerchiamo di sfruttare queste potenzialità, è da gente così che bisogna ripartire e ricostruire”.

Questa sera la Curva Ovest scenderà in piazza per chiedere all’amministrazione di dare un futuro alla Spal, ci sarà anche lei?

“Sì, ci sarò anche io per solidarietà in un momento in cui bisogna stare vicini. I ragazzi della Curva Ovest hanno sempre partecipato alle nostre iniziative e quindi ritengo sia giusto che anche noi partecipiamo alle loro. Anche perché questo è il momento dell’unità di tutti i tifosi”.

C’è un appello che vuole lanciare al sindaco Alan Fabbri e al tessuto imprenditoriale ferrarese?

“Sì, vorrei che questa volta si muovessero tutti e che tutti aiutassero come succede in tante altre province e realtà, dove è l’imprenditoria locale che salva le proprie società sportive. Credo che se tutti facessimo la nostra parte, si possa costruire qualcosa di importante”.

Il prossimo anno – se tutto va bene – si ripartirà dall’Eccellenza. Quanto la spaventa?

“Oggi la paura più grande è che non ci sia più la Spal perché non ho più punti di riferimento in cui poter credere. Sembrerà una paura infondata, ma oggi quello che mi spaventa è questo. Bisogna fare presto”.

 

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