Politica
30 Aprile 2025
Dopo le celebrazioni del 25 aprile, il deputato di centrodestra interviene con una replica ai Giovani Democratici di Ferrara che relativizza la Resistenza

Malaguti equipara i fratelli Cervi ai fratelli Govoni

di Redazione | 2 min

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Facendo un paragone con il 2023, fra le principali entrate correnti si registra un aumento della RcAuto (da 11,5 milioni a 11,9) e dell’imposta provinciale di trascrizione (Ipt), passata dai 9,7 milioni del 2023 ai 10,4 dell’anno scorso. Un andamento che lentamente sta riallineando l’entrata al periodo pre-covid.

“Il sottoscritto non ha alcun problema a dichiarare che i partigiani combattevano dalla parte giusta, nel liberare la nostra nazione da un sistema totalitario come il nazifascismo”. È la premessa che fa Mauro Malaguti, nell’ambito dibattito acceso seguito all’80° anniversario della Liberazione, nel rispondere al coordinatore dei Giovani Democratici del Pd, Emanuele Negrini, intervenuto nei giorni scorsi su queste pagine.

Ma, aggiunge il deputato ferrarese di fratelli d’Italia «io aggiungerei anche che “non può prescindere nemmeno dalla verità». E qui arriva il tentativo di equiparare morti partigiane e morti fasciste: “tra di loro (i partigiani, ndr) c’era anche chi auspicava il passaggio dal regime fascista a quello comunista, e proprio per l’odio ideologico che questi due regimi generavano in chi li sosteneva, a guerra finita furono commessi altri crimini atroci contro vittime innocenti”.

“Ne sono un emblematico esempio – prosegue l’onorevole – i sette fratelli Cervi, giustiziati senza processo nel ‘43 da un plotone fascista, e i sette fratelli Govoni torturati e giustiziati dai partigiani nel ‘45. E questo è il punto: “Non ci può essere parte giusta o sbagliata per i criminali». https://www.estense.com/2023/1019783/cento-ricorda-i-sette-fratelli-govoni/

L’equiparazione, quindi, è tra chi combattè e sacrificò la vita per la Liberazione e chi fu orribile vittima di singoli episodi perpetrati da criminali a guerra finita.

“Tragiche coincidenze nella storia di una ‘guerra civile’ che ha continuato a generare odio per generazioni, sino agli anni di piombo” prosegue il parlamentare, che cita, nell’anniversario della morte, Sergio Ramelli, lo studente di 18 anni assassinato da esponenti di Avanguardia operaia in ricordo del quale ogni anno i neo fascisti sfilano a Milano con il saluto romano

“La sua colpa – ricorda Malaguti -fu quella di aver scritto un tema contro le Brigate Rosse. Morto dopo un mese e mezzo di coma per i colpi da chiave inglese, ma ancor prima per la decisione di un insegnante che invece di proteggerlo, di proteggere la libertà delle sue idee, affisse il suo scritto nella bacheca scolastica come marchio d’infamia”.

Malaguti chiude la sua replica lamentando che “nella data in cui tutti dovrebbero favorire la riconciliazione, si introducono in un corteo temi divisivi”, riferendosi ai cartelli contro il governo e alla presenza di sigle Lgbt o pro-Palestina: “E questo è ciò che più rattrista, che anche dopo 80 anni, quelle nefaste ideologie che tanto orrore hanno portato nel mondo, ancora si insinuano nelle menti meno libere”.

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