Cronaca
19 Aprile 2025
A svolgerla sarà la psichiatra Michela Casoria, nominata dal tribunale di Ferrara. I quesiti riguarderanno la capacità di intendere e di volere al momento dei fatti e quella di affrontare il processo

Stalking e botte all’ex. Una perizia psichiatrica per la mamma che uccise il figlioletto

di Davide Soattin | 2 min

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Valutare la capacità di intendere e di volere al momento dei fatti e quella di affrontare il processo. Sono i quesiti attorno cui ruota la perizia che la psichiatra Michela Casoria, perita nominata dal tribunale di Ferrara, dovrà eseguire su Amanda Guidi, la 31enne – già condannata in appello a quattordici anni e otto mesi per l’uccisione del figlio, il piccolo Karim – che oggi è nuovamente alla sbarra con la duplice accusa di stalking e lesioni nei confronti dell’ex compagno 61enne.

Gli esiti della perizia – che inizierà il 5 maggio – saranno depositati entro sessanta giorni. Contestualmente, anche la difesa dell’imputata – rappresentata dagli avvocati Marcello Rambaldi e Alessio Lambertini – ha nominato una propria consulente di parte, la psichiatra Silvia Mazzanti.

L’accusa parla di offese e minacce di morte – al telefono e faccia a faccia – che la donna avrebbe lanciato più e più volte all’ex fidanzato, mentre era spalleggiata dal nuovo compagno, il 60enne Romano Maccagnani, anche lui oggi finito a processo con la stessa accusa di stalking e lesioni.

Al centro del processo c’è anche una folle aggressione all’esterno di un bar di Portomaggiore, risalente allo scorso giugno, quando –  per gli inquirenti – Guidi avrebbe colpito l’ex, prima al braccio utilizzando una sedia di metallo e poi all’occhio, impugnando una bottiglia di birra, mentre il nuovo fidanzato che era con lei – sempre secondo la ricostruzione della Procura – aveva afferrato la vittima per farla cadere a terra e poi riempirla di calci e pugni con la complicità della stessa imputata.

Un’aggressione particolarmente violenta, tanto da costringere l’uomo – parte civile assistito dall’avvocato Gianluca Filippone – ad andare al pronto soccorso, dove gli avevano riscontrato varie tumefazioni e traumi, con quindici giorni di prognosi, poi prolungati.

Da quel fatto ne scaturì una denuncia per entrambi ai carabinieri che, dopo aver svolto gli accertamenti, aver effettuato i riscontri, aver sentito testimonianze, avevano inviato l’informativa alla magistratura. Dopodiché, accogliendo la richiesta del pm Stefano Longhi, il gip del tribunale di Ferrara aveva emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico della donna fino alla scorsa udienza, quando – su richiesta di Procura e difesa – le era stata sostituita col divieto di avvicinamento alla persona offesa.

Il processo tornerà in aula l’11 luglio.

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