Politica
21 Marzo 2025
Finanziamento da 50mila euro per lo studio di fattibilità. Il nuovo impianto fotovoltaico sarà collocato sull’ex discarica Ca’Leona

Energia pulita e attrattività: in arrivo una comunità energetica rinnovabile

di Redazione | 4 min

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Un incentivo alla produzione di energia rinnovabile in un territorio, come quello ferrarese, che si trova già in sofferenza per gli alti costi energetici – i più alti in tutta la regione –. Questo è il tema che ha portato i consiglieri della quinta commissione a riunirsi d’urgenza ieri (20 marzo), al fine di approvare l’atto costitutivo e lo statuto di una nuova Comunità energetica rinnovabile (Cer) che permetterà l’installazione di una centrale fotovoltaica da 1Mwh sviluppata sull’area dell’ex discarica Ca’Leona e nei pressi di una zona residenziale.

L’urgenza con cui è stata convocata la commissione è determinata dal fatto che, come ha spiegato l’ingegnere Alessio Stabellini, entro il 31 marzo “deve essere caricata la documentazione sul portale ‘Sfinge’ della Regione, per formalizzare la domanda di finanziamento ed avere diritto alle fasi successive al caricamento delle spese sostenute per l’ottenimento di quel finanziamento vinto con il bando regionale”.

Il finanziamento, infatti, consiste in una somma di 50mila euro che sarà erogata dalla Regione grazie ad un bando vinto dall’amministrazione comunale un anno fa e quella cifra, come ha spiegato il vicesindaco Alessandro Balboni, sarà “assegnata alla società Sinloc che ha come finalità quella di costituire una Cer”.

A fare le veci della società era presente Alessandra Montanelli, senior consultant di Sinloc, che ha approfondito il processo che ha visto coinvolta la società che rappresenta e l’avvocato Anna Castelli per la costituzione della Comunità energetica: “Le Cer sono nuovi modelli di produzione di energia basati sul concetto di condivisione di energia prodotta da impianti a fonte rinnovabile, differenziandosi dal modello tradizionale di produzione e consumo: tipicamente vi è coincidenza tra luogo di produzione e consumo, mentre oggi possiamo produrre energia in un luogo e produrla virtualmente altrove”.

Importanti sarebbero i benefici economici, come ha evidenziato Montanelli: “Se siamo in presenza di nuovi impianti a fonte rinnovabile al di sotto della potenza di 1 Mw e ci troviamo nella stessa area di cabina primaria in cui sono coinvolti soggetti di natura pubblica e privata – escluse le grandi imprese – e se questa condivisione avviene all’interno di una stessa fascia oraria, vediamo un’incentivazione dell’energia, con benefici economici per un range tra i 100 e i 130 euro a Mwh”.

Al fine di costituire questa nuova Comunità, come ha spiegato Montanelli, sarà necessario costituire un nuovo soggetto giuridico: “In questa fase sarà creata un’associazione non riconosciuta che mira a coinvolgere una serie di utenti che, su base volontaria, decidono di aderire alla comunità”.

Le ragioni che hanno portato ad optare per questo tipo di statuto sono state illustrate dall’avvocato Castelli: “Si tratta della forma giuridica più semplice, ma rispondente alle esigenze della comunità, perché è uno strumento normato dalle regole che si danno i partecipanti e consente una partecipazione democratica alle decisioni dell’ente stesso”.

I benefici che deriverebbero da questo progetto sortirebbero effetti positivi su due livelli: uno ambientale, in quanto incrementerebbe la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, e uno sociale, grazie al tema dell’aggregazione su cui si fonda l’istituzione della comunità. In più, la costituzione della Cer aumenterebbe l’attrattività per le imprese: gli incentivi derivanti dall’installazione dell’impianto fotovoltaico, infatti, arriverebbero fino a 200mila euro all’anno secondo la Sinloc.

Per quanto riguarda l’area in cui è stato deciso di collocare il nuovo impianto fotovoltaico, Montanelli ha sottolineato come sia stato eseguito uno studio di fattibilità a partire da immobili di proprietà pubblica, che ha poi consentito di scegliere due aree su cui concentrare l’analisi: l’area dell’ex discarica Ca’Leona, dove sarà realizzato un impianto da 999 chilowatt, e l’area residenziale del centro-nord della città.

Il plauso per il progetto è giunto da tutti i consiglieri, sia della maggioranza che dell’opposizione, che hanno approvato all’unanimità lo statuto e l’atto costitutivo. Proprio per quanto riguarda il luogo di collocazione dell’impianto, qualche perplessità è stata sollevata dalla consigliera Marchi (M5S), che ha evidenziato come l’ex discarica sia “un ambiente compromesso: da una parte va bene non andare a consumare altro suolo, ma ricordo che quella è un’area ad alto rischio ambientale e sono state presentate diverse inchieste per capire il grado di inquinamento dell’area. Ci fu più di una segnalazione circa l’interramento di rifiuti tossico-nocivi”.

Stabellini ha in seguito fatto chiarezza su questo punto: “Ad oggi abbiamo fatto uno studio di fattibilità. Sulle aree di discariche limitrofe sono già presenti impianti fotovoltaici, realizzati con tecnica idonea, con piattaforme e non con strutture fisse nel terreno sottostante”.

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