Arrivano conferme alle accuse per cui un uomo italiano di 49 anni è finito a processo, dopo che l’ex compagna convivente – una donna italiana di 44 anni – lo aveva denunciato per i maltrattamenti verbali e fisici a cui lui, a volte anche davanti al figlio di 14 anni, l’avrebbe costretta.
Comportamenti violenti e aggressivi che lei, davanti al collegio del tribunale di Ferrara, ha ripercorso con una testimonianza sofferta che è stata avvalorata anche dai racconti degli altri testimoni sentiti ieri (mercoledì 5 febbraio) in aula durante l’ultima udienza del procedimento.
I fatti, avvenuti in città, sarebbero andati avanti – secondo la ricostruzione che ne fa la Procura – per circa quattro mesi, dall’ottobre 2023 alla fine dello scorso gennaio, quando lei – stanca di quella vita – sarebbe stata aggredita da lui, a cui rimproverava il vizio di assumere alcool e droghe.
Quattro mesi in cui la donna – stando alla tesi dell’accusa – sarebbe stata costretta a subire insulti e offese, arrivando in un’occasione anche a essere aggredita fisicamente dall’odierno imputato che, durante un litigio, l’avrebbe presa per la gola, e non solo.
Accecato da una gelosia morbosa, secondo gli inquirenti, in più e più circostanze, l’uomo avrebbe anche messo in atto una serie di comportamenti ossessivi sulla vita della 44enne.
Non solo le avrebbe controllato il telefono cellulare, costringendola a effettuare telefonate e ad accedere a internet di nascosto per evitare ritorsioni violente nei propri confronti, ma l’avrebbe anche seguita nel tragitto da casa al lavoro.
Durante l’udienza di ieri era previsto anche l’esame dell’imputato che però non si è presentato, così come non si è presentato nemmeno il suo legale difensore.
Una circostanza, questa, che se si dovesse ripetere anche nella prossima udienza, fissata per il 19 febbraio, come disposto in aula dal presidente Stefano Scati del tribunale di Ferrara, comporterà una segnalazione al consiglio dell’ordine di appartenenza per l’avvocato.
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