Caso Cidas. Lodi ricorre in Appello
Sette motivi per cui la sentenza di primo grado che ha condannato Nicola Naomo Lodi per induzione indebita va riformata o annullata
Sette motivi per cui la sentenza di primo grado che ha condannato Nicola Naomo Lodi per induzione indebita va riformata o annullata
Una stretta di mano ha sigillato il passaggio di testimone tra l’amministratore unico uscente di Sipro – Agenzia dello Sviluppo, Stefano di Brindisi e Paolo Govoni, attuale vicepresidente della Camera di Commercio di Ferrara
Il tribunale di Milano ha dissequestrato i beni confiscati - agli inizi di aprile - alla ditta Zoffoli Metalli Srl di Tamara, azienda copparese finita al centro della maxi-operazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trieste contro il traffico illecito di rifiuti
Ancora un grave incidente in via Comacchio dove, nel tardo pomeriggio di mercoledì 30 aprile, una donna di 30 anni e una bambina di 5 anni - mamma e figlia - sono state investite mentre stavano attraversando la strada all'altezza del civico 195, poco dopo la rotonda di via Caldirolo
Tra maggio 2022 e aprile 2023 avevano seminato il panico tra Argenta, Comacchio e le province di Ravenna e Bologna, mettendo a segno tredici furti di mezzi agricoli. La loro attività criminale però non ha avuto vita lunga e - dopo mesi di indagini - i carabinieri li hanno rintracciati e arrestati
Dopo l’esame della difesa dello scorso 4 dicembre, ieri è stato il momento del controesame del pm Stefano Longhi nel processo che vede imputato l’imprenditore 73enne Roberto Mascellani, difeso dall’avvocato Gian Luigi Pieraccini, per bancarotta fraudolenta. L’accusa sostiene che sarebbero stati sottratti fondi nel contesto del fallimento dei Magazzini Darsena, di Sinteco e Partxco, società controllate dall’ex patron del Basket Club. La sottrazione sarebbe avvenuta attraverso altre società controllate sempre facenti capo all’ingegnere.
Il pm si concentra in particolare su chi abbia compiuto le scelte ultime che hanno portato alla distrazione o dissipazione del patrimonio di Magazzini Darsena che gli inquirenti stimano in 21 milioni di euro. Tutte le società coinvolte sarebbero infatti riconducibili a Mascellani, cosa che lo stesso patron non nega mentre in diverse occasioni sottolinea la libertà di azione che avevano i consigli di amministrazione delle stesse.
Come già avvenuto lo scorso 4 dicembre al centro dell’esame ci sono i 6 milioni di euro contestati dalla Procura per essere stati erogati, attraverso Magazzini Darsena a Sinteco Real Estate. Denari che, a detta di Mascellani, sarebbero stati restituiti mentre secondo l’accusa buna parte di questi, 5 milioni, sarebbe finita, dopo alcuni passaggi intermedi nei quali sarebbe coinvolta anche la società Svizzera “Gabriel Fiduciaria” su un conto presso la Banca Pictet et Cie di Ginevra intestato alla società lussemburghese “Corali Holding S.A.”, riconducibile per la Procura allo stesso Mascellani.
“Lei sapeva o non sapeva che la Gabriel Fiduciaria agiva su mandato della Coralli che gestiva i suoi soldi?” È la domanda che il pm Longhi pone all’ingegnere che glissa: “Che io lo sapessi o non lo sapessi non ha nessuna importanza”. Nello specifico la Coralli avrebbe dovuto acquistare il 45% delle azioni della Sinteco per 10 milioni di euro versando preliminarmente 4,5 milioni. Era il 2003 un anno che Mascellani ribadisce essere stato “complicato” per l’azienda a causa dei tanti cantieri in piedi e per cui secondo l’ex patron poteva essere utile avere l’appoggio di una società estera per attrarre capitali anche da altri paesi.
Nell’autunno di tre anni dopo, nel 2006, Mascellani decise però di mantenere il 100% delle quote di Sinteco, restituendo la caparra a cui dovette aggiungere una penale di 500mila euro. Cinque milioni di euro in totale che corrisponderebbero a quelli contestati dalla Guardia di Finanza e che hanno portato al sequestro, nel 2016 di circa 4 milioni, 700mila euro in titoli e 3,3 milioni suddivisi in 33 assegni.
Passaggi questi che a modo di vedere della difesa “nulla hanno a che vedere con il capo d’accusa” dato che ritengono che le contestazioni non riguarderebbero l’aver portato dei fondi in Svizzera ma il non aver restituito il prestito elargito da Magazzini Darsena a Sinteco Real Estate.
La Procura contesta anche come pochi mesi dopo, il 20 dicembre del 2006, un altro trasferimento da 1,6 milioni di euro avrebbe compiuto il tragitto da Magazzini Darsena a Sinteco Real Estate, questa volta per finanziare l’acquisto, tramite Laco Srl di azione Carife. Fondi che Mascellani sostiene di aver restituito con “un piccolo plus”, 28mila euro.
Dalle accuse della Procura uscirebbe insomma un giro di denaro che avrebbe lo scopo di simulare un pagamento, di fatto, mai avvenuto con il relativo credito che diventerebbe così oggetto di un consapevole e volontario mancato incasso.
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