Economia e Lavoro
7 Dicembre 2024
Alla Camera di Commercio Confesercenti, Confcommercio e Asppi spiegano "un progetto pilota in Italia" che ha lo scopo di agevolare l'impresa attraverso la flessibilità del canone e i locatori attraverso la valorizzazione dell'immobile

Un nuovo modello per il contratto di locazione

di Pietro Perelli | 4 min

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“Un nuovo modello contrattuale” lo definisce Paolo Govoni, vicepresidente della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna, per la locazione dei commercianti. Un modello a cui aderire su base volontaria che ha lo scopo di agevolare l’impresa attraverso la flessibilità del canone e i locatori attraverso la valorizzazione dell’immobile grazie alla permanenza o all’insediamento di attività economiche che lo conservino in buono stato.

Un progetto pilota in Italia “che nasce a Ferrara”, una provincia spesso vista come poco innovativa che invece “ha una classe imprenditoriale che sviluppa idee innovative”. Accanto a Govoni per presentare questo nuovo modello ci sono l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Ferrara Francesco Carità, il presidenti e il direttore di Confcommercio Ferrara Marco Amelio e Davide Urban, il direttore di Confesercenti Ferrara Alessandro Osti, e la presidente e il vicepresidente di Asppi Ferrara Ippolita Domeneghetti e Gianluca Rosato, nonché del direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate, Giuseppe Rosso. A fare gli onori di casa il segretario generale della Camera di Commercio Mauro Giannattasio.

Come funziona lo spiegano i diretti interessati: “I contraenti stabiliscono consensualmente l’ammontare del canone effettivo, determinato in una percentuale del volume d’affari annuo del conduttore, al netto dell’Iva. Per i primi 12 mesi di rapporto, il conduttore versa al locatore un canone ridotto (cd. “Canone Minimo Garantito”). Solo al termine del primo anno di rapporto, ed esaminato il volume d’affari al netto dell’Iva realizzato dal conduttore, si calcolerà su di esso la percentuale corrispondente al canone effettivo concordata sin dal principio tra le Parti. Se la somma in tal modo ottenuta dovesse essere superiore al “Canone Minimo Garantito”, la relativa eccedenza sarà corrisposta al locatore”.

L’assessore Carità ne parla come “di un incentivo e un supporto a quei piccoli imprenditori che, all’avvio di attività, assieme al rischio d’impresa, si assumono tante altre spese: vogliamo rendere la piazza di Ferrara ancora più appetibile anche impedendo che il costo dei locali soffochi l’intraprendenza”. “Questa amministrazione – aggiunge – vuole dare una mano a chi parte col piede giusto e scommette sulla nostra città perché la ritiene una buona piazza e una vetrina attrattiva, e siamo convinti che il moltiplicarsi dell’offerta commerciale e artigianale di vicinato sia una risorsa fondamentale e operi da volano anche turismo, cultura, socialità e sicurezza”.

“Gli esercizi commerciali di prossimità – ha sottolineato Paolo Govoni – oltre che presidi economici sono luoghi di incontro, di relazione, di amicizia: senza di essi gli anziani diverrebbero più soli – e talvolta lo diventano – i giovani perdono punti di aggregazione nel loro territorio. Le luci della città sono spesso le luci dei negozi, delle loro insegne, preziose anche ai fini della sicurezza. Anche per questa ragione la perdita di attività economiche non è questione che riguardi soltanto il mondo del commercio, ma i suoi effetti interpellano – perché si riverberano su di essa – l’intera comunità. La riscoperta dell’offerta commerciale e artigianale quale risorsa per la qualità urbana è uno dei fattori più potenti ed innovativi per ripensare le politiche dei Centri storici. Tale processo è facilitato dal forte ritorno di interesse per il consumo di prossimità, dalla ricerca dell’autenticità e della differenziazione dell’offerta commerciale, di desiderio di un contesto che assicuri piacevolezza, unicità ed emozione, fattori certamente più facili da ritrovare in un luogo urbano adeguatamente valorizzato”.

“Orgoglio e soddisfazione” perché “rivoluziona il concetto degli affitti” che ora “si collegano all’andamento del mercato” questo perché, spiega evidentemente molto soddisfatto anche il direttore di Confesercenti Osti, viene prevista “una base fissa ma anche una variabile legata all’andamento dei fatturati delle aziende”.

Amelio parla di un “accordo pilota” a cui “abbiamo lavorato con intensità” che ha portato a “una procedura sperimentale che, mettendo allo stesso tavolo gli attori economici, introduce un concetto di opportuna flessibilità tra le parti contraenti, garantendo così da un lato una risposta immediata all’emergenza contingente del caro affitti e, dall’altro, facilitando i futuri insediamenti di attività del Commercio, Turismo e Servizi che sono produttori primari di valore aggiunto”.

Un importanza testimoniata anche dai dati. Il solo commercio produce il 16,9% del valore aggiunto nella provincia di Ferrara e rappresenta il 15,5% dell’occupazione complessiva (23mila persone). Un’importanza che si trasla anche sui proprietari che, spiega Gianluca Rosato, vicepresidente Asppi, “mantenendo la giusta redditività” possono “valorizzare l’immobile” che rimanendo senza affittuario perderebbe di valore e non genererebbe redditività ma sarebbe comunque un costo. “Lo spirito del progetto – aggiunge Domeneghetti – è quello di armonizzare il più possibile le esigenze dei proprietari/locatori con quelle dei commercianti/conduttori, nell’intento di alleviare le criticità di cui entrambi risentono in questo particolare momento storico”.

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