Politica
30 Ottobre 2024
I dem, dopo l'audizione dello scorso 22 ottobre, chiedono ulteriori specifiche che possano dare risposte agli addetti del settore

Turismo. Gli operatori chiedono programmazione, il Pd chiede una commissione

di Redazione | 3 min

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Il Pd chiede la convocazione della seconda e sesta commissione con la presenza degli assessori alla cultura e al turismo e dei rappresentanti di categoria dopo che nell’audizione dello scorso 22 ottobre gli operatori del settore avevano chiesto maggiore capacità di programmazione. “È innegabile – spiegano – come la città di Ferrara sia stata nel tempo un’importante meta turistica grazie in primo luogo al suo patrimonio storico, architettonico, culturale ed artistico”.

E proprio “per questa sua vocazione principale si festeggeranno nel 2025 i 30 anni dal riconoscimento Unesco di patrimonio dell’Umanità quale ‘mirabile esempio di città progettata nel Rinascimento, che conserva il suo centro storico intatto e che esprime canoni di pianificazione urbana che hanno avuto una profonda influenza per lo sviluppo dell’urbanistica nei secoli seguenti'”.

Un contesto nel quale “il perno della promo commercializzazione turistica è stato il prodotto “Città d’Arte e di Cultura” a cui hanno lavorato negli anni enti pubblici (Regione, Comuni, Provincia) e operatori privati con l’obiettivo di posizionare Ferrara sui principali mercati italiani ed esteri con una connotazione capace di competere con le altre città d’arte del Nord Italia”.

“Gli operatori del comparto turistico – sottolinenano -, sentiti in audizione il 22 ottobre, ci confermano che i principali Tour Operator esteri, soprattutto quelli a lungo raggio con capacità di spesa maggiore (es.: americani, asiatici), pianificano le proprie offerte a 12/18 mesi. Per intercettare e fidelizzare sempre più larghe quote di mercato, capaci di creare un forte ritorno economico, con tempi di pernottamento medio-lunghi, è necessaria una capacità di programmazione a 24 mesi”.

Dunque, “consapevole di queste esigenze, il Partito democratico ha depositato lo scorso 9 gennaio una mozione, respinta dalla maggioranza in consiglio comunale, che chiedeva una programmazione a respiro biennale delle attività espositive previste a Palazzo dei Diamanti e tempistiche precise per la riapertura degli attrattori culturali ora inattivi”.

Ma, “a conferma dell’importanza di dare risposte urgenti su questi temi durante la sesta commissione consigliare del 22 ottobre scorso i consiglieri del Partito Democratico e gli operatori presenti hanno espresso viva preoccupazione relativamente all’imminente chiusura al pubblico del Castello estense in un panorama culturale al quale sono attualmente sottratti: Palazzo Massari, Palazzina Marfisa d’Este, il Museo del Risorgimento e della Resistenza, le sinagoghe ebraiche, Casa Romei (che chiuderà a breve) e la facciata del Duomo”.

“Nella situazione di generale incertezza – proseguono -, dovuta anche al mutato contesto internazionale, non giova la comunicazione tardiva delle mostre d’arte, che tradizionalmente caratterizzano l’offerta turistica ferrarese sul mercato italiano ed estero, così come l’incertezza relativa alla disponibilità e alla destinazione d’uso di importantissimi pezzi del patrimonio della città di Ferrara”.

In sede di commissione vorrebbero dei focus sulla “mostra di primavera a Palazzo dei Diamanti: titolo, date, presentazione progetto scientifico, costo dei biglietti”. Vorrebbero anche si potesse discutere di “patrimonio e attrattori con informativa specifica sull’avanzamento dei lavori, sulle date di riapertura, sulla destinazione d’uso, sul progetto allestitivo e sul piano di promo commercializzazione per il posizionamento sui mercati e per i target responsive di: palazzo Massari, palazzo Prosperi Sacrati, palazzina Marfisa, museo del Risorgimento e della Resistenza”.

Altro tema sono i “rapporti con altri enti: informativa relativa al recupero, nella disponibilità di cittadini e turisti di: Castello estense, sinagoghe ebraiche di Via Mazzini e Sinagoga Spagnola, facciata del Duomo, Casa Romei, Casa Minerbi del Sale”.

Infine un “focus su nuove opportunità e sull’eventuale intenzione dell’amministrazione di aprire al pubblico un nuovo spazio da dedicare al contemporaneo”.

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