Sono ben due le persone che ieri, sabato 5 ottobre, sono state identificate dai carabinieri o dalla Digos nelle vicinanze della nuova sede di Forza Nuova, tre se si considera anche uno dei militanti del partito di estrema destra. La prima è una signora sulla cinquantina che, sabato mattina, stava distribuendo volantini nel suo quartiere sul presidio “antifascista e democratico” in Galleria Matteotti, l’altro è Tommaso Lanzoni, candidato alle ultime elezioni con i Civici a sostegno della candidatura di Fabio Anselmo, che, ci racconta, si era recato nelle vicinanze della nuova sede del movimento per “rendersi conto della situazione”. Entrambe, invece di sentirsi rassicurate dalla presenza delle forze dell’ordine (che comunque hanno agito all’interno delle loro facoltà) testimoniano di essersi sentite spaventate o addirittura intimidite.
La signora, militante dei Verdi, ha immediatamente contattato il segretario Bonelli che nel primo pomeriggio ha inviato un comunicato nel quale, oltre a raccontare alcuni passaggi della vicenda, comunica la decisione di interrogare il ministro dell’interno Piantedosi. A sostegno della signora anche la senatrice di Avs Ilaria Cucchi che, parlando dell’apertura della nuova sede di Forza Nuova, l’ha definita “uno sfregio alla città democratica, antifascista e antirazzista, Medaglia d’Argento al Valor Militare”.
Secondo le prime ricostruzioni dei fatti l’identificazione della signora è stata fatta a causa di un alterco con un militante di Fn (l’altro identificato). Ciò che però ci riferisce la residente del quartiere è che sia stato proprio lui a definire “carta igienica” i volantini iniziando il battibecco a cui la donna cerca di sottrarsi allontanandosi per parlare con un amico che nel frattempo aveva notato. Non contento il militante di estrema destra li avrebbe successivamente raggiunti presentandosi e chiedendo alla donna di identificarsi e se era autorizzata alla distribuzione. La risposta è stata: “Per piacere lasciami in pace che tu non hai l’autorità di chiedermi come mi chiamo e se sono autorizzata, sappi solo che lo sono”.
L’uomo insiste per un po’ poi si allontana dopo che la donna gli ha detto: “C’è la macchina lì dei carabinieri, proprio di fronte alla tua futura sede, chiedi a loro se hai dei problemi”. La cinquantenne ci racconta che a quel punto i militari vanno prima verso la signora chiedendo di mostrare i volantini e successivamente si recano dal forzanovista, probabilmente è quello il momento in cui lo identificano.
Le cose sembrerebbero finire lì e invece, dopo una mezz’ora, i carabinieri si affiancano nuovamente alla signora chiedendole i documenti che, abitando vicino, non ha con sé. Ci spiega quindi che sale in casa a prenderli e una volta scesa insieme ai militari ci sono anche due funzionari della questura, probabilmente agenti della Digos. Consegna i documenti e nel frattempo pare venga anche appurata l’autorizzazione in regola per il volantinaggio. È in questo momento che, ci racconta, dice: “Non sto facendo nulla di male” mentre loro le hanno risposto di “stare tranquilla” e lei a sua volta “beh insomma mi sembra un’intimidazione questa”. “Lei deve stare tranquillissima – continuavano a ripeterle -, l’avrà detto dieci volte e più lo diceva più mi agitavo”.
Le forze dell’ordine, ribadiamo, hanno agito all’interno delle loro facoltà ma evidentemente la signora non si è sentita rassicurata. Tra l’altro, secondo alcune ricostruzioni che la signora nega categoricamente, l’alterco sarebbe iniziato a causa di un suo tentativo di mettere un volantino nella buchetta delle lettere di Forza Nuova. “Non ci ho neanche pensato – racconta – a quale pro metto il volantino da loro?” e ancora: “Sono stata alla larga dalla sede, l’ho fatto anche perché c’erano loro davanti, mi fanno anche paura”.
“Io non ho provocato nessuno – dice – sia chiaro che stavo solo volantinando”. Anzi, nonostante sia costretta a passare davanti alla sede di Forza Nuova per compiere qualsiasi attività compreso il volantinaggio, aveva deciso di passare “dall’altra parte del marciapiede” proprio per evitare, in quello che in altri casi potrebbe essere considerato eccesso di zelo, di dare pretesti che potessero essere interpretati come provocazione.
Vicenda simile quella di Tommaso Lanzoni che, prima della manifestazione in Galleria Matteotti, è andato “per dieci minuti davanti alla sede di Forza Nuova” per sua “pura curiosità di cittadino”. Ci racconta di essersi “fermato molto distante” con la sua bici “semplicemente a guardare quello che stava succedendo”. Subito ha notato “che molti della Digos mi continuavano a guardare e poi hanno iniziato a scattarmi delle foto”, a quel punto ha preferito allontanarsi. Avendo “paura di sembrare una persona che scappa” ha scelto di non inforcare subito la bici ma di andare “a piedi con la bici a mano così non desto sospetti”.
Arrivato in via Bologna sale sulla bici e parte ma “all’altezza di via Otello Putinati – racconta – mi ha affiancato una Jeep bianca con tre persone a bordo che mi chiedono i documenti”. “All’inizio – prosegue – mi sono sentito un po’ intimidito da questo perché chiaramente se tu passeggi per la strada e ti chiedono i documenti non è una cosa che succede sempre ed è un po’ spaventoso”. Chiede quindi: “Chi siete? Cosa ho fatto?”
Decide quindi di chiedere se fosse perché era “dalla sede di Forza Nuova” e loro gli avrebbero dato risposta affermativa dicendo che si sarebbe trattato “solo un controllo”. “Allora – ci racconta Lanzoni – gli ho chiesto chi siete: Polizia? Digos? Carabinieri? Mi hanno detto di essere della Polizia, poi ho scoperto fosse la Digos”. A quel punto gli ha “dato il documento, lo hanno filmato, poi hanno iniziato a filmare anche tutte le persone che mi circondavano. Questa cosa mi ha un po’ spaventano e la singolarità del fermo mi ha molto stupito perché io sono già stato schedato altre volte in manifestazione e lì posso capirlo”.
“Il fatto che mi abbiano chiesto i documenti a posteriori – ribadisce – quasi inseguendomi mi ha un po’ spaventato”.
(articolo modificato il 9 ottobre 2024 alle ore 13.54 correggendo il termine “schedato” con “identificato”)
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com