È da una mail dal nome “Io Benito” che arriva la notizia: Forza Nuova apre una sede a Ferrara. L’appuntamento per nostalgici e non è sabato 5 ottobre alle ore 18 in viale Boldrini, zona Ippodromo.
“Dopo anni di costante militanza politica sul territorio ferrarese ed emiliano – recita il comunicato siglato dal partito di estrema destra -, il nostro gruppo umano si doterà di un avamposto fisico”.
Per l’inaugurazione sono previsti gli interventi delle più alte cariche di partito: del segretario nazionale Roberto Fiore (condannato nel 1985 per banda armata e associazione sovversiva, sentenza alla quale sfugge da latitante a Londra), , del vice segretario nazionale Luca Castellini (condannato in primo grado, assieme a Fiore, a oltre otto anni di reclusione per l’assalto alle sede della Cgil a Roma), del dirigente nazionale Davide Pirillo e del coordinatore regionale Luca Bongiovanni.
Tra brindisi e labari si taglierà quindi il nastro dello spazio sociale “Casa della patria”, il cui simbolo sarà il teschio con il coltello in bocca degli Arditi.
La struttura sarà “adibita per le varie attività e con all’interno anche gli uffici di Forza Nuova”.
Dopo il taglio del nastro e la conferenza politica ci sarà spazio per “una festa inaugurale, preludio della lotta politica – continua la nota di Fn – che vogliamo portare per le strade di Ferrara nel solco delle tematiche tradizionalmente care al nostro mondo e ponendo questo nuovo Spazio Sociale come punto di ricongiungimento tra popolo e l’unica avanguardia rivoluzionaria in Italia rappresentata da Forza Nuova”.
Ad allietare la festa ci sarà anche un momento musicale all’insegna del rock identitario. Suonerà Federico, chitarra e voce dei Delenda Carthago, gruppo che nei concerti raccoglie soldi per la difesa nel processo sulla Strage del 2 Agosto a Bologna, e Marco Zanni, ex componente dei “270 bis”, gruppo che prende il nome dall’articolo del codice penale che punisce terrorismo ed eversione.
Tra il repertorio dei “270 bis” si distingue il brano “Claretta e Ben”, ossia Petacci e Mussolini, per i quali si piange la triste fine.
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