Cento
7 Maggio 2024
Dal 1° maggio 2024 fino a gennaio 2025 verrà ospitata un'opera al mese proveniente dalla Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni

Dalla Pinacoteca Il Guercino uno sguardo sul ‘900

di Redazione | 3 min

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Dal 1° maggio 2024 fino a gennaio 2025 la Civica Pinacoteca Il Guercino di Cento aprirà un nuovo percorso di dialoghi con l’arte del XX secolo, ospitando ogni mese un’opera proveniente dalla collezione permanente della Galleria d’Arte Moderna Aroldo Bonzagni, il secondo museo civico cittadino, anch’esso dedicato a un illustre pittore di origine centese. L’iniziativa, curata dal Centro Studi Internazionale Il Guercino e dall’Assessorato alla Cultura , si propone di portare l’attenzione su alcune opere particolarmente rappresentative della raccolta novecentesca, attualmente non visibile al pubblico. Attraverso una serie di approfondimenti su opere scultoree di piccolo e medio formato, che saranno collocate in una teca al termine del percorso espositivo, si creerà un piccolo ma significativo spazio di contemplazione, nel quale ciascuna opera sarà accompagnata da una scheda di lettura critica, curata ogni volta da un diverso esperto con il coordinamento di Valeria Tassinari, nell’intento di proporre una riflessione corale sul legame tra innovazione e tradizione nella rappresentazione artistica.
La prima serie di proposte è dedicata alla figura umana, soggetto che, dopo aver dominato per secoli la produzione artistica occidentale, ha mantenuto un ruolo centrale nella ricerca espressiva dell’età contemporanea, in quanto rappresenta non solo la forma ma anche la condizione umana stessa, nelle sue molteplici declinazioni.

Emblematica di questo stretto rapporto tra immagine ed espressività è la prima opera scelta per inaugurare la rassegna – il bronzo Un Rosario del 1915  – considerata uno dei capolavori del celebre scultore Adolfo Wildt (Milano, 1868 -1931), che fu amico di Aroldo Bonzagni e autore del suo monumento funebre, ora conservato nell’ingresso del Palazzo del Governatore di Cento. Realizzata in almeno tre versioni, tra le quali una in gesso esposta alla Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia, l’opera rappresenta uno scarno volto femminile che interpreta con toccante e dolente umanità il tema della preghiera per chi soffre. Il richiamo al mese mariano, reso esplicito dal titolo, si associa alla riflessione sulla insensatezza della guerra, storicamente connessa con la data di esecuzione dell’opera, ma ancora tragicamente attuale. Il busto in bronzo è stato donato dagli eredi dello scultore e figura nella raccolta fin dal momento della sua istituzione.

A questo proposito ricordiamo che la Galleria d’Arte Moderna è una vasta raccolta museale di opere del XX e XXI secolo dedicata all’artista Aroldo Bonzagni, nato a Cento nel 1887 e precocemente scomparso nel 1918 a causa dell’epidemia di febbre spagnola. La morte lo colse a Milano, città nella quale si era trasferito e dove, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, si era affermato come pittore e disegnatore satirico, inserendosi pienamente nell’ambiente culturale. Voluta in sua memoria da sua sorella  Elva, nota pianista e amica di numerosi artisti e intellettuali, la Galleria fu istituita e allestita nel 1959 all’interno della Civica Pinacoteca. Nel tempo, grazie alle donazioni di Elva Bonzagni e di numerosi artisti del Novecento, il nucleo di opere è divenuto tanto cospicuo da richiedere una sede museale autonoma e nel 1988 è stato trasferito presso il Palazzo del Governatore di Cento, attualmente chiuso per lavori di adeguamento che saranno avviati nei prossimi mesi. L’iniziativa di esporre in Pinacoteca una serie di opere della collezione contemporanea costituisce, dunque, anche un richiamo all’originario legame delle due raccolte civiche nella sede che un tempo le univa, e un preludio alla riapertura del museo con un nuovo allestimento.

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