Economia e Lavoro
1 Maggio 2024
Centinaia di soci presenti all’incontro presso la Fiera di Ferrara

Coldiretti in assemblea: reddito, contenimento degli animali selvatici e difesa del Made in Italy

di Redazione | 4 min

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La fauna selvatica incontrollata ha causato nell’ultimo anno danni all’agricoltura italiana per circa 200 milioni di euro, con campi coltivati rasi letteralmente al suolo, a cui si aggiungono problemi causati dalle importazioni selvagge di cibo dall’estero, con costi di produzione andati alle stelle e prezzi pagati nei campi sotto i livelli di sopravvivenza. È l’allarme lanciato dalle 96 assemblee organizzate in contemporanea dalla Coldiretti su tutto il territorio nazionale, con la partecipazione record di oltre cinquantamila agricoltori, per chiedere soluzioni immediate. Una giornata cruciale per un’organizzazione che quest’anno festeggia i suoi ottanta anni.

I danni causati dagli animali selvatici non vengono rimborsati che in minima parte e spesso dopo molti anni, con una situazione che ha portato molti a rinunciare a denunciare gli attacchi subiti. Tra l’altro, i pochi indennizzi che arrivano non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto o dell’animale ucciso. Nel ferrarese i danni maggiori, neppure risarciti, sono quelli relativi alle nutrie, ormai fuori controllo e per le quali si chiede da tempo un intervento straordinario di contenimento, volto all’interesse generale sia del settore agricolo che del territorio, soggetto all’azione nociva di questo roditore alloctono.

L’altro problema che pesa sui bilanci delle imprese è il crollo dei prezzi pagati alla produzione in molti settori simbolo, a partire dal grano, aggravato peraltro dal fenomeno delle pratiche sleali. “Coldiretti è stata la prima e unica associazione – ha evidenziato il presidente Federico Fugaroli davanti a centinaia di soci presenti a Ferrara Fiere – a denunciare una multinazionale, la Lactalis, perché aveva modificato unilateralmente gli accordi e non aveva pagato il prezzo pattuito agli allevatori. Dopo 5 mesi, l’Ispettorato del Ministero ha sanzionato l’azienda francese dopo averne riscontrato la condotta sleale in centinaia di casi. Un fatto epocale per un’azione che gli agricoltori della Coldiretti vogliono ora estendere a tutte le filiere. Una strada che sarà percorsa anche nei confronti di altre multinazionali e di imprese della Gdo, ma non sufficiente. È necessario – ha continuato Fugaroli – che si recuperi il reddito per le imprese, che non si scenda mai sotto i costi di produzione con l’aggiunta della remunerazione per chi coltiva e alleva e che continua ad essere l’anello debole della filiera. Inaccettabile nel 2024, dove il sistema Italia dovrebbe presentarsi compatto nel realizzare prodotti autenticamente Made in Italy e difendere il grande patrimonio agroalimentare nazionale”.

A minacciare la sovranità alimentare nazionale c’è anche l’invasione di prodotti stranieri con le importazioni di cibo che sono aumentate del 60% nell’ultimo decennio raggiungendo il valore record di 65 miliardi di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori e che spesso vengono spacciati per tricolori sfruttando il codice doganale che consente di “italianizzarli” grazie a minime lavorazioni.

“Si tratta di un fenomeno drammatico – prosegue Fugaroli – contro il quale la Coldiretti ha portato diecimila agricoltori alle frontiere del Brennero, lanciando una grande mobilitazione per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola, con la raccolta di un milione di firme. La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly”.

“Abbiamo vissuto una giornata che resterà nei nostri ricordi e nel nostro cuore – interviene il direttore di Coldiretti Ferrara, Alessandro Visotti – per tutto quello che abbiamo voluto raccontare a corollario dei tanti incontri e delle tante assemblee che abbiamo fatto con i nostri soci e che oggi trova senso e compimento anche nel raccontarci, con vero e genuino orgoglio, gli ottant’anni di Coldiretti, unica associazione che è rimasta la stessa delle origini, magari aggiornando le proprie battaglie ma sempre a difesa dei coltivatori, in prima fila per dare dignità a persone che grazie alle politiche messe in atto in questi anni con coerenza, convinzione, lungimiranza, hanno consentito il riscatto di una intera categoria che oggi è uno degli assi portanti del nostro Made in Italy, imprese agricole che producono il bene indispensabile del cibo, del cibo buono, sano, salubre. Di questo percorso dobbiamo e siamo orgogliosi, non è una semplice ricorrenza, è un modo di essere, di interpretare il ruolo di portabandiera dell’agricoltura, di dare prospettive di futuro a generazioni di agricoltori. Grazie ai nostri soci qui presenti in così gran numero, grazie ai dirigenti, al presidente, ai vice presidenti, a tutto il personale che ogni giorno lavora per trasformare idee e progetti in azioni concrete”.

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