Mesola
11 Aprile 2024
Gli studenti del Bachelet sono arrivati fino alla frazione di Mesola fondata dagli Estensi per incontrare il Cum, Azienda Agricola Storica proprietà collettiva

Un viaggio lungo la “Gran Linea” fino a Massenzatica

di Redazione | 5 min

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Acqua e siccità: “Un bravo sindaco dovrebbe pianificare una strategia efficace per il futuro”

“Di acqua si parla solo quando accadono i disastri. Quello che spesso non fa l’uomo è programmare interventi necessari e quanto mai urgenti”. Così Stefano Calderoni, presidente del Consorzio Bonifica pianura di Ferrara, sulla gestione delle risorse idriche nel territorio estense. “Ecco cosa dovrebbe fare un bravo sindaco: pianificare una strategia in grado di risolvere problemi futuri”

Un viaggio in autobus lungo la “Gran Linea”, fuori dal traffico della città, attraverso i territori di Copparo e di Jolanda di Savoia, ha portato, lunedì 8 aprile, gli studenti della 2D e della 3D dell’Istituto Bachelet con i loro professori, a Massenzatica piccola frazione del comune di Mesola, fondata dai duchi estensi.

I segni visibili del loro passaggio sono il Castello, una delle 19 delizie estensi e il “Boscone della Mesola”, creato per le battute di caccia. Ad attendere la comitiva nella sede del Consorzio degli Uomini di Massenzatica (che in un’ala dello stabile ospita il locale dell’Ufficio postale), Carlo Ragazzi e Ribes Trombini, rispettivamente presidente e vicepresidente del Cum.

Nella sala conferenze del Consorzio, gli studenti hanno partecipato a una lezione coinvolgente, tenuta dal dott. Ragazzi sull’economia del territorio, arricchita di dati statistici e tabelle, foto d’epoca e descrizioni del territorio del Consorzio Uomini di Massenzatica. Il Cum si colloca all’interno del Delta del Po accanto alla Riserva Naturale Orientata delle Dune di Massenzatica, sito d’Importanza Comunitaria (Sic) e Zona di Protezione Speciale (Zps), e rappresenta il relitto meglio conservato degli antichi cordoni litoranei della bassa Pianura Padana, originatesi tra la fine dell’età del Bronzo e l’inizio dell’età del Ferro.

Le dune fossili ospitano una flora e una fauna molto particolari, tipiche delle aree sabbiose. Il paesaggio in cui è inserito il Cum conserva i “segni” della storia e della sua formazione, in una relazione complessa tra uomo e natura. Luoghi fragili, bonificati, addomesticati e strappati all’acqua del mare che richiedono una presenza e un’attenzione costanti dell’uomo per rispondere in modo efficace alle provocazioni di un ambiente selvaggio e sgarbato, che ha plasmato la cultura, il modo di vivere e l’identità della comunità.

Dalla gestione di questi terreni, traggono parte del loro sostentamento tre piccole comunità della provincia di Ferrara, nel comune di Mesola: Massenzatica, Monticelli e Italba. Le sue origini risalgono al Medioevo quando l’Abate di Pomposa concesse alla popolazione locale il diritto di pascolo di terre marginali e sabbiose, di tipo alluvionale e poco adatte alla coltivazione, successivamente lavorate e bonificate, perché di due metri sotto il livello del mare. Le attuali 600 famiglie hanno usufruito di una particolare forma giuridica di proprietà (né privata, né pubblica) riconosciuta alle popolazioni locali, in esecuzione della legge 4 agosto 1894 n.397 sull’ordinamento dei Domini Collettivi nelle Province dell’ex Stato Pontificio e confermata di recente dalla legge 20 novembre 2017, n. 168 “Norme in materia di domini collettivi”.

Il Consorzio Uomini di Massenzatica è una Azienda Agricola Storica e una proprietà collettiva di 353 ettari, “avanzata”, che ha consentito di superare frammentazioni e marginalità per dare vita ad un sistema economico coeso e moderno, “social oriented”. Negli ultimi 20 anni, infatti, è stato possibile coniugare redditi e occupazione dei Consorziati, con un approccio imprenditoriale e nello stesso tempo solidale.

Il Cum è stato il vincitore, tra 130 concorrenti, del Premio Nazionale del Paesaggio del Ministero della Cultura Edizione2018/2019 con il progetto “Tra terra e acqua, un altro modo di possedere. Agricoltura, impresa sociale, paesaggio e sostenibilità per uno spazio di identità in continua evoluzione” e ha rappresentato l’Italia al Concorso per il Premio del Paesaggio Europeo istituito dal Consiglio d’Europa (C.O.E.) ricevendo menzione speciale equiparata al primo Premio con la motivazione di essere un faro europeo nel Delta del Po e “fonte di ispirazione per i governi del Consiglio d’Europa”.

Tale riconoscimento ha permesso al Cum di entrare a far parte, di diritto, nell’Alleanza del Premio (Alliance du Prix) di cui fanno parte 47 Stati membri (https://www.coe.int/fr/web/landscape/landscape-award-alliance) la quale riunisce le realizzazioni esemplari presentate dagli Stati parti della Convenzione del Paesaggio del C.O.E. che dimostrano che è possibile promuovere la dimensione territoriale dei diritti umani e della democrazia migliorando le caratteristiche paesaggistiche dell’ambiente di vita delle popolazioni.

Il Delta del Po, l’area umida più grande d’Italia, è invitato a guidare un grande laboratorio agroambientale dove sperimentare pratiche paesaggistiche e culturali virtuose, con al centro l’esempio del Cum.

Il Cum vanta un’esperienza centenaria nella promozione di relazioni di prossimità, nella custodia di saperi millenari, nella conservazione di patrimoni collettivi di valori, nel sostegno all’occupazione dei giovani e delle donne, nell’aiuto alle piccole imprese agricole, destinate altrimenti a scomparire, nell’impulso alle produzioni a forte caratterizzazione locale, rendendo possibile un rapporto tra uomo e natura generativo di paesaggio, economia, e comunità.

Una comunità rurale periferica e marginale che fin dagli anni ‘90 ha saputo leggere i tempi ed interpretare i cambiamenti tanto da diventare fonte di ispirazione per i governi.

Chi l’avrebbe mai detto che una terra sperduta, dimenticata, abbandonata, inospitale, in continuo cambiamento, potesse ospitare un’ officina delle idee apprezzate a livello europeo, per lo sviluppo di un’economia delle relazioni, dei beni comuni e dei valori? Studenti e docenti sono rimasti piacevolmente sorpresi dal “sentirsi in famiglia”, da quel senso di ospitalità e di generosità ormai scomparso nelle città, ancora presenti nelle comunità rurali. Il Cum ha offerto una merenda ricchissima di prodotti tipici del territorio, salumi, formaggi, pane, salatini oltre ad una borsa di stoffa per ciascuno con il marchio di territorio “Terre pomposiane” contenente un libro sul Consorzio e una confezione di riso di un produttore locale. Sulla via del ritorno a Ferrara, sono stati molti a rivolgere il pensiero alle nuove sfide che il CUM dovrà affrontare: il latifondo, i cambiamenti climatici e la biodiversità, le stesse sfide che coinvolgono tutti coloro che amano la terra. La lezione del CUM è di farlo insieme per creare valore per la comunità e per i luoghi che la ospitano, a beneficio delle future generazioni, in una visione di responsabilità intergenerazionale.

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