Attualità
29 Marzo 2024
In luglio i detenuti erano 355 su 244 posti disponibili mentre a fine febbraio 2024 sono 405. Gli agenti di polizia penitenziaria sono invece 170 invece di 212

La Casa circondariale di Ferrara è la seconda più affollata in Emilia Romagna

di Pietro Perelli | 3 min

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Il tasso di affollamento del casa circondariale di Ferrara a luglio 2023 era del 145,5% ospitando 355 a fronte di una capienza di 244. Sono numeri forniti dall’annuale rapporto di Antigone che analizza la situazione delle carceri emiliano-romagnole. Gli stranieri presenti nel carcere sono 134, pari al 37,7% del totale mentre i definitivi sono 326, il 91,8% del totale. I numeri si riferiscono al momento della visita dell’associazione il 10 luglio dello scorso anno.

La tabella complessiva mostra un trend di crescita con i detenuti che a fine febbraio 2024 è quantificabile in 405 presenti. Il tasso di affollamento della casa circondariale estense è superiore a quello medio della regione che si calcola nel 120% e anche di quello nazionale (117,5%). “Questo tasso risente di criteri di definizione della capienza regolamentare dei singoli istituti non sempre omogenei: ad esempio, nel caso degli istituti di Rimini e Ravenna risulta tarato su una ipotesi mai praticata di detenzione unicellulare (una persona per cella). In questa sede è importante osservare come gli indicatori più allarmanti di sovraffollamento  riguardino – con riferimento ai dati ufficiali del 31 dicembre 2023  – essenzialmente tre strutture carcerarie: Bologna (163.5%), Ferrara (156.5%) e Modena (137%). Lo sbilanciamento è quindi del tutto evidente, con istituti che si collocano in pari con la capienza prevista o perfino al di sotto di questa soglia (Piacenza, Reggio Emilia, Castelfranco Emilia)”.

In Emilia Romagna, in chiave comparativa, “è significativo il margine di distanza dalle regioni con gli istituti di pena più congestionati: Puglia 152%,  Veneto 133.5%, Lombardia 132%”.

“In crescita costante e ormai clamorosamente maggioritarie – nota Antigone – le persone detenute con condanna definitiva. In flessione sul medio periodo la quota di detenuti stranieri. Sono 26 le nazionalità rappresentate, con i seguenti gruppi prevalenti: marocchini, albanesi, tunisini, romeni. In leggero aumento il numero complessivo di semiliberi e persone in art.21”.

Al sovraffollamento dei detenuti corrisponde un corpo di Polizia Penitenziaria sotto organico con 170 agenti invece dei 212 previsti. “Il comando di polizia penitenziaria – scrive Antigone nel report – precisa che il sottorganico del corpo si concentra sulla figura degli agenti assistenti (129 su 147), con conseguenze non indifferenti in termini gestionali e di sovraccarico lavorativo dei presenti”.

L’associazione Antigone nella relazione fa notare che “l’istituto si presenta in condizioni più che discrete” mentre “particolare cura è dedicata alla pulizia degli ambienti”. Invece “la differenziazione dei circuiti (media sicurezza, AS2, collaboratori di giustizia, congiunti dei collaboratori di giustizia, ‘protetti’) rende complessa la gestione delle attività per via delle istanze di separazione e del significativo sottorganico di polizia”.

Notano poi un “mancato incremento delle risorse da dedicare alle mercedi comprime la possibilità di impiegare regolarmente i detenuti, peraltro in quota crescente definitivi a fronte di un confermato rilancio delle attività trattamentali (scuola, formazione, pratica sportiva)”.

“Il sovraffollamento – continuano – permane, con un lieve rialzo rispetto al luglio 2022 (355 contro 332, con capienza regolamentare ferma a 244). In particolare, le sezioni destinate alla detenzione comune – dotate di stanze di pernottamento piuttosto anguste e senza doccia – appaiono piuttosto congestionate”.

Ad Antigone viene poi “descritta come molto attenta e presente” la magistratura di sorveglianza “con correlato aumento dei soggetti in art. 21 (12) e semiliberi (6)”. Il personale sanitario invece “garantisce la copertura dei turni, sia pure a fatica, con un positivo impatto della telemedicina” mentre risulta “carente il monte ore nel cruciale settore odontoiatrico”.

Da evidenziare il consumo “molto elevato di psicofarmaci nonostante un alto livello di attenzione interna sui dosaggi e le modalità di somministrazione”. L’80% delle somministrazioni “viene correlato alle pregresse caratteristiche di consumo delle persone che entrano dalla libertà e di quelle che vengono trasferite da altri istituti con prescrizioni molto elevate”.

Paiono invece in decrescita gli “eventi critici nel medio periodo, con particolare riferimento ai casi di autolesionismo”.

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