Editoriali
27 Marzo 2024

Lo squallore e la sua morale

di Marco Zavagli | 2 min

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Sapere che chi ha dato del verme a un tuo giornalista, ti ha affibbiato epiteti quali squallido, vigliacco, al soldo di partiti non sarà punito dalla giustizia fa male.

Anche perché avevo aspettato quasi cinque anni questo giorno. Un’attesa resa ancor più febbrile dal notare con sadico piacere che, nei processi in cui sono io l’imputato, lo zelo porta ad accorciare di qualche anno i tempi.

E oggi rende impotenti saper che per un giudice non c’è una ragionevole previsione di condanna in base agli elementi acquisiti. Posso pensare che con “caro direttore” il vicesindaco Nicola Naomo Lodi si riferisse a una famosa bacchetta d’orchestra del Teatro Comunale. O che parlando di dossier (termine che un lessico più evoluto leggerebbe “inchiesta”) si riferisse al programma del Tg2. O che la diffida ricevuta dall’avvocato di Lodi a pubblicare l’articolo che parlava del suo passato giudiziario fosse un tardivo pesce d’aprile.

Solo così, ipotizzando assurdità, riesco a spiegarmi come gli insulti di Naomo non potessero essere collegabili al sottoscritto. Tanto che ne scrissi anche in un articolo, che il buon uomo – allora ancora ignaro della querela nei suoi confronti – mai si azzardò a smentire (lo potete leggere qui).

Ma a ogni vicissitudine segue un’esperienza, come da ogni storia scaturisce una morale. La morale che ho acquisito è che non vale la pena sprecare fervore deontologico verso certi personaggi, avvisandoli con largo anticipo di un’inchiesta (che rispecchiava la ratio della stessa legge 3 del 2019, la “spazzacorrotti”, voluta anche dalla Lega, per consentire un voto consapevole sui candidati) sul loro conto e permettendogli di replicare in maniera contestuale.

Ho capito che se un politico mente ai propri cittadini (il caso di Lodi che giurava di non aver mai commesso reati) vale la pena sostenere le sue menzogne.

Ho imparato che ha ragione Naomo a boicottarci nella comunicazione istituzionale, a richiederci danni per 100mila euro, a dileggiarci a spese dei contribuenti sulla sua pagina pubblica, a fare un sondaggio se censurarci dai canali istituzionali.

Quello che deve apprendere chi mi legge è che in questa città delle nebbie non deve osare toccare chi amministra la municipalità.

Se vede ingiustizie, favoritismi, clientelarismo deve tacere.

Se viene deriso, minacciato, discriminato deve subire.

Noi intanto, nell’indifferenza dei più, continueremo a fare il nostro lavoro – nonostante qualcuno incoraggi in modi non troppo civili i nostri inserzionisti a rivolgersi altrove – fino a quando, come hanno promesso, scompariremo.

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