Cronaca
8 Marzo 2024
Un uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti della compagna. In un'occasione l'avrebbe presa a calci in faccia, causandole un trauma cranico

Schiavizzata in casa. “Devi dirmi sì padrone”

di Davide Soattin | 3 min

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L’avrebbe costretta a una quotidianità di sofferenze fisiche e psicologiche, soffocandola in un clima di costante tensione e paura tra continue scenate violente e scatti di ira, dentro la loro casa. È quello di cui ora dovrà rispondere un 44enne italiano finito a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate nei confronti della sua compagna, una 38enne di nazionalità marocchina, costretta a subire ciò per circa quattro anni in provincia di Ferrara.

È la notizia sconcertante che arriva sulle nostre pagine proprio nel giorno della Festa della donna. I fatti al centro del procedimento sarebbero avvenuti sia durante il periodo di convivenza, dal 2019 al luglio scorso. Ma anche oltre, fino all’ottobre 2023. In alcune circostanza anche davanti ai tre figli minori della coppia, costretti ad assistere a litigi per futili motivi in cui, secondo la pubblica accusa, l’uomo avrebbe usato minacce, offese e violenze fisiche per sottomettere la donna alla sua volontà, terrorizzandola qualora avesse tentato di ribellarsi a ciò che lui le imponeva di fare.

Per esempio, non essendo lei economicamente indipendente, l’uomo le avrebbe imposto di rivolgersi a lui con unSì, padrone” per ottenere del denaro, mentre in un’altra occasione, a giugno 2023, in occasione del compleanno di uno dei figli, lui l’avrebbe schiaffeggiata e le avrebbe tirato i capelli facendole sbattere la testa contro il muro e causandole ferite curate con dieci punti di sutura, poiché si era permessa di comprare una torta, disubbidendo a quello che lui le aveva detto.

L’anno prima invece, il 12 febbraio e il 19 aprile 2022, l’aveva mandata per due volte all’ospedale di Cona. Nella prima circostanza per una distorsione all’indice della mano sinistra che gli costò quindici giorni di prognosi, nella seconda per un trauma cranico con conseguente rottura del labbro per un calcio in faccia. Due aggressioni che però non furono mai denunciate.

Qualche mese più tardi poi, il 27 novembre 2022, il 44enne le avrebbe prima rotto due denti e successivamente l’avrebbe derisa e umiliata, invitandola a farseli sistemare “facendo la prostituta“. E altri due denti le cadono a seguito di un pugno in faccia, rifilatole come risposta a una lamentela a luglio 2023.

Le angherie nei suoi confronti continuano anche dopo la fine della convivenza. Il 15 settembre scorso, ad esempio, l’uomo l’avrebbe minacciata, dicendole di andare via dalla loro casa se non avesse voluto prendere delle altre botte. Lo avrebbe fatto prima telefonicamente e poi in presenza, senza però riuscire a intimidirla. Così, davanti al rifiuto categorico di lei, sempre lo stesso giorno, avrebbe usato le maniere forti e l’avrebbe colpita violentemente al volto con pugni e schiaffi.

Le causò contusioni multiple alla testa, al collo e al viso, oltre che evidenti ematomi e tumefazioni che furono giudicati guaribili in quindici giorni. Inoltre, anche con l’aiuto di altre persone mai identificate, l’odierno imputato avrebbe danneggiato abitualmente le suppellettili e gli oggetti custoditi all’interno della loro abitazione, provando a spaventarla.

L’ultima aggressione, in ordine di tempo, il 6 ottobre scorso quando, dopo averla minacciata di morte, mentre tentava insieme ad altri di portarle via l’automobile parcheggiata davanti a casa, lui le avrebbe morso un dito della mano. Poi, esausta di quella vita, di quelle continue vessazioni e di quelle lesioni subite, di cui molte mai refertate, la 38enne avrebbe preso coraggio, denunciando tutto ai carabinieri.

Lui, già colpito da un divieto di avvicinamento, è oggi a processo, dove lei è parte civile. Ieri (7 marzo) si è tenuta l’udienza predibattimentale e al termine il giudice ha rinviato al 20 giugno per l’inizio del dibattimento.

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