Cronaca
5 Marzo 2024
La versione del 26enne denunciato dalla polizia locale porta con sé diversi interrogativi rispetto a quanto raccontato nella nota stampa diramata dall'ufficio del vicesindaco Lodi. Il suo avvocato: "La vicenda sarà sicuramente ridimensionata"

Tentato omicidio. “Non ho provato a investire nessuno”

di Davide Soattin | 4 min

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“Quindi se uno in abiti civili si palesa davanti a te senza paletta, nessuna auto, tantomeno nessun distintivo visibile, e tu, guardando lo specchietto retrovisore destro, dato che questa persona si butta all’improvviso a due centimetri da te, cerchi di evitare l’impatto, sei un delinquente? A processo verrà fuori la verità“.

A parlare è il 26enne ferrarese denunciato per tentato omicidio dalla polizia locale, dopo che – secondo quanto riportato nella nota stampa che il vicesindaco Nicola Lodi ha inviato domenica (3 marzo) ai giornali – avrebbe tentato di investire un vigile urbano in abiti civili che gli aveva intimato l’alt, prima di fuggire.

A oggi però i contorni della vicenda portano con sé ancora moltissimi interrogativi, dettati anche dalla versione dei fatti che che viene fornita dal giovane, in cui emergono differenze importanti con quanto scritto nel comunicato istituzionale. Tra questi, com’è possibile che con un’ipotesi di reato così grave, come quella per tentato omicidio, il ragazzo non sia stato arrestato ma sia ancora a piede libero?

I fatti risalgono al pomeriggio di mercoledì 28 febbraio quando, si legge nella nota diramata dal vicesindaco, durante i controlli per arginare fenomeni di spaccio, i poliziotti locali in borghese hanno notato una persona che, dopo aver parcheggiato la macchina, si è recata sopra le mura della zona. Sul baluardo, alcune persone presenti sarebbero state avvicinate dall’uomo con cui hanno interagito brevemente, tanto da far pensare a un possibile scambio di sostanze stupefacenti.

Una circostanza, questa, senza riscontro, dal momento che, fonti di tribunale e lo stesso 26enne, smentiscono cessioni e sequestri di droga. “Mi dicono che sono un pusher – puntualizza il diretto interessato – senza avermi trovato la droga addosso, né tantomeno a casa”. E, tra le altre cose, la stessa polizia locale non lo ha denunciato per questa ipotesi di reato.

La nota prosegue e spiega che della dinamica sarebbero stati subito avvisati gli agenti appostati. Il giovane 26enne (discrepanze tra la realtà e la comunicazione del vicesindaco ci sono anche qui, dal momento che nel comunicato stampa si parla di un 27enne, ndr) avrebbe così ripreso la marcia con il proprio veicolo, mentre gli agenti si sarebbero posizionati poco più avanti per fermare l’auto del sospettato. Intimato all’uomo l’alt con la paletta in modo inequivocabile (gli agenti erano al centro della carreggiata), il 26enne in un primo momento avrebbe decelerato leggermente per poi riprendere a forte velocità la marcia, mirando a un agente che sarebbe stato costretto a spostarsi di lato per evitare di essere investito e scappando.

Oltre a far notare la mancanza di paletta, automobile e distintivo visibile, il 26enne ricostruisce una versione dei fatti diversa anche da questi ultimi passaggi. “Decelerato e tentato di colpire? Chi? Semmai ringraziami – dice, riferendosi all’agente – che all’ultimo ti abbia visto e abbia sterzato a destra. L’andatura è sempre stata la stessa, in quanto ti sei palesato all’ultimo e senza che ti potessi riconoscere. Se ti scanso ma la macchina è in mezzo alla strada, come viene citato, come avrei fatto a evitarla? L’avrei colpita e ci sarebbero segni che io però non ho sulla mia. Se avessi accelerato, decelerato e accelerato nuovamente, sarebbero rimasti i segni sull’asfalto. Bene, dove sono?” prosegue il giovane.

Saliti sull’auto di servizio, i poliziotti avrebbero iniziato un vero e proprio inseguimento della Peugeot in fuga, allertando via radio i colleghi. L’inseguimento sarebbe terminato senza successo a causa del traffico intenso. Anche in questo caso però, ci sono discordanze tra ciò che racconta l’ufficio del vicesindaco e quello che viene ripercorso dal diretto interessato, che fornisce una versione dei fatti confermata anche da fonti interne al palazzo di giustizia di via Borgo Leoni. “Nessuno – specifica – ha tentato minimamente di venirmi dietro quando ho evitato l’impatto con il soggetto palesatosi davanti all’improvviso. Ho una Peugeot vecchia e dove scappo? La via era stretta e io avevo una macchina davanti a qualche metro. Spiegatemi come ci sarei scappato via con un’utilitaria normalissima“.

Nonostante questo, si legge nelle battute finali della nota, grazie a ulteriori accertamenti, gli agenti sarebbero riusciti a risalire alla proprietaria dell’autovettura, intestata a un’anziana signora. Dopo ulteriori indagini, si è risalito al fatto che l’automobile, al momento dell’accaduto, stava venendo usata dal nipote 26enne della donna, poi rintracciato e denunciato per tentato omicidio.

Sull’ipotesi di reato attualmente contestata c’è però molta prudenza in Procura a Ferrara, dove si sta vagliando attentamente la ricostruzione dell’accaduto e, entro la giornata di oggi, martedì 5 marzo, dovrebbero essere notificate le determinazioni del pm di turno Ciro Alberto Savino.

A difendere il 26enne è l’avvocato Irene Costantino che, a tal proposito, afferma che “molto probabilmente il fatto è totalmente diverso da quello che viene presentato dalla nota del vicesindaco. Stiamo verificando e sicuramente la vicenda sarà molto ridimensionata rispetto a quello che è uscito nelle ultime ore”.

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