Portomaggiore
27 Agosto 2022
Due incontri sul progetto di Cidas attivo a Portomaggiore. Il Comune vuole creare una cabina di regia territoriale contro il fenomeno

Contrasto allo sfruttamento dei lavoratori agricoli con lo sportello Sipla

di Redazione | 3 min

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Portomaggiore. Il 9 e 11 agosto si sono tenuti a Portomaggiore due incontri volti a condividere problematiche e intenti in merito al contrasto allo sfruttamento dei lavoratori agricoli. Convintamente sostenuti e incoraggiati dall’Amministrazione comunale, sono stati organizzati da Cidas nell’ambito del progetto Sipla (Sistema Integrato di Protezione per Lavoratori in Agricoltura), in collaborazione con gli altri progetti del territorio mirati specificamente alla lotta al caporalato: Diagrammi e Oltre la strada Ferrara.

Finanziato dal progetto Sipla – con fondi del Ministero dell’Interno e cofinanziato dalla Ue – è infatti attivo presso Portoinforma, a piazza Verdi 22 a Portomaggiore, tutti i giovedì dalle 15 alle 18, uno sportello per i lavoratori stagionali stranieri, che assicura loro un luogo di ascolto, presa in carico, orientamento giuridico e medico, accompagnamento a servizi specifici e reinserimento socio-lavorativo. A partire da questo servizio, l’Amministrazione ha deciso di occuparsi più da vicino del fenomeno e tenere alta l’attenzione.

Agli incontri hanno partecipato le organizzazioni imprenditoriali del mondo agricolo, Coldiretti, Confagricoltura e Cia, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, oltre ai referenti di realtà impegnate nell’emersione del problema, come Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni).

“Il Comune di Portomaggiore – ha dichiarato il sindaco di Portomaggiore Dario Bernardi – è un territorio a forte vocazione agricola. Per noi la qualità del lavoro in agricoltura e la salute delle imprese agricole sono fondamentali. Al contempo abbiamo visto, con le recenti indagini delle forze dell’ordine, che sono emerse pratiche illegali ad opera di cittadini stranieri verso lavoratori connazionali, pratiche che vogliamo e dobbiamo combattere assieme a tutte le realtà impegnate: dunque stiamo sperimentando una modalità sinergica e organizzata per contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento della manodopera agricola, e favorire l’emersione delle situazioni critiche. Di queste giornate di confronto e approfondimento siamo molto soddisfatti, così come dell’interesse e della collaborazione con le forze dell’ordine. Portando avanti questi incontri, confidiamo di poter creare una cabina di regia territoriale, che possa essere un modello anche per altre amministrazioni”.

“Questo percorso nasce qui – ha spiegato l’assessore alle Politiche per l’Integrazione e referente per la funzione Agricoltura del Comune di Portomaggiore, Alessandro Vacchi – perché abbiamo una forte vocazione agricola e al contempo una nutrita presenza di cittadini stranieri. Possiamo per questo diventare un contesto di sperimentazione di pratiche risolutive di un problema che riguarda da una parte la difficoltà di reperimento di manodopera da parte delle imprese – un problema stringente per realtà che fronteggiano già diversi disagi come la siccità e i danni degli animali selvatici – dall’altra una gestione penalizzante, quando non illegale di questa preziosa forza lavoro”.

“Con il progetto Sipla – ha illustrato Anna Occhi di Cidas – cerchiamo di essere al fianco di tutti gli attori del processo, dalla ricerca all’assunzione, per tagliare fuori l’anello della catena dei caporali, che purtroppo è tutt’altro che debole, ma anzi al momento svolge un ruolo di facilitazione nel reperimento di personale, a cui però estorce denaro e che riduce in condizioni di schiavitù. L’obiettivo è che quel ruolo possa essere riportato nell’alveo della legalità e assolto dalle istituzioni e dai soggetti attivi al fianco dei lavoratori stranieri, ma non solo”.

Lo sportello proseguirà sino alla fine di settembre, ma l’Amministrazione si è candidata a un finanziamento Pnrr sulla missione 5 perché lo sportello – assieme agli altri strumenti già presenti –  possa proseguire, sia potenziato e serva da strumento utile anche per la mediazione culturale nei casi di conflitto di vicinato o altre situazioni potenzialmente dannose per la convivenza e la tranquillità della comunità.

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