Arriva il nulla osta per i lavori di adeguamento e messa in sicurezza dello stadio Paolo Mazza di Ferrara. La procura ha dato l’ok alla Spal che dunque potrà programmare fin da subito i cantieri per sistemare le tribune nord ed est e la gradinata est dello stadio e ottenerne così il dissequestro.
Il nulla osta a procedere è arrivato dopo che il giudice delle indagini preliminari Danilo Russo ha rigettato la richiesta di incidente probatorio avanzata dalle difese dei principali indagati: il costruttore Giuseppe Tassi (avvocato Giulio Garuti, , il progettista Lorenzo Travagli e i collaudatori Fabrizio Chiogna e Alessio Colombi difesi, i primi due, dall’avvocato Vincenzo Bellitti e il terzo da Alberto Bova).
La richiesta era quella di far stabilire a un perito del giudice se lo stadio presenti o meno le difformità progettuali riscontrate dal consulente della procura (il professor Carlo Pellegrino) e se le strutture siano o meno a rischio collasso. Il tutto, ovviamente, preservando lo stato lo stato dei luoghi, impedendo così alla Spal di poter procedere con i lavori di adeguamento.
Per il giudice, però, come già aveva controdedotto la pm Barbara Cavallo, lo stato dei luoghi si è già modificato quando la Spal e il Comune eseguirono i primi lavori di adeguamento post sequestro del 2019, quelli che portarono alla ‘liberazione’ della curva ovest, ma che vennero considerati del tutto insufficienti per le altre strutture.
In subordine le difese avevano chiesto la cosiddetta ‘perizia lunga’ da eseguire sulle carte (progetti, prove eseguite post sequestro, consulenze), ma il giudice ha rilevato che non è stata sufficientemente provato il fatto che si tratti di un’analisi che richieda oltre 60 giorni di tempo.
La Spal, dopo l’ingresso di Joe Tacopina in società, si era subito premurata di affidare al prof Gian Michele Calvi la stesura di un progetto esecutivo, che è già stato sottoposto al vaglio del consulente della procura, il quale ha dato il suo assenso: il costo dei lavori preventivati, peraltro, è un po’ superiore a quanto aveva stimato Pellegrino: 670mila euro circa anziché 600mila. Una volta eseguiti, i lavori verranno di nuovo valutati da Pellegrino prima che la procura conceda il dissequestro.
Intanto la Corte di Cassazione ha fissato per il 18 gennaio la data in cui si discuterà il ricorso presentato dalle stesse difese contro il rigetto dell’istanza di riesame proprio del sequestro: i supremi giudici sono chiamati a valutare se esista o meno un interesse diretto dei ricorrenti alla liberazione del Paolo Mazza. In caso affermativo, tutto tornerà al tribunale estense che dovrà valutare la questione nel merito.
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