Politica
20 Ottobre 2021
La procura ha notificato la lettera verde. Il vicesindaco di Ferrara chiedeva di rimuovere dipendente

Lettera di Naomo a Cidas. Indagini chiuse: concussione

di Redazione | 2 min

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La procura di Ferrara ha chiuso le indagini in merito alla lettera con cui il vicesindaco di Ferrara chiedeva alla cooperativa Cidas di allontanare un dipendente sgradito.

Per il sostituto procuratore Alberto Savino si tratta di concussione, dal momento che Nicola Naomo Lodi, in qualità di vicesindaco, e quindi pubblico ufficiale, avrebbe abusato di tale qualità per convincere il presidente di Cidas a rimuovere dall’incarico che stava svolgendo all’ospedale di Cona Daniel Servelli, “reo” di averlo criticato e offeso su Facebook.

Rispetto all’apertura del fascicolo l’ipotesi di reato è cambiata dalla formula del delitto tentato a quella del delitto consumato, la concussione appunto, reato molto grave, punito dall’ordinamento con la reclusione da 6 a 12 anni.

Nel maggio del 2020 Lodi aveva inviato una e-mail dall’indirizzo di posta elettronica istituzionale, ai vertici di Cidas.

In quella missiva, il vice di Alan Fabbri chiedeva un provvedimento disciplinare contro Servelli, che figura vittima del reato, indicato come “necessario per mantenere sereni rapporti collaborativi con la vostra cooperativa e che vogliamo non vengano meno per colpa di una persona di questo genere”.

Nel corso delle indagini il pm aveva sentito come persone informate dei fatti due dei destinatari dell’email: Daniele Bertarelli, presidente di Cidas, e Ilda Medini, appartenente al Cda della cooperativa.

Il dipendente, come rivelato dal suo avvocato Gaia Fabrizia Righi, subì delle conseguenze disciplinari, anche se non quelle richieste dal vicesindaco. Servelli a sua volta era stato anche querelato da Lodi per diffamazione.

L’inchiesta partì dopo le rivelazioni di Estense.com, cui seguì l’esposto presentato da Anna Ferraresi, che indicava proprio come ipotesi da sottoporre a verifica quella della tentata concussione. Nel fascicolo sono confluite come prove anche l’audio di una conversazione tra il dipendente e il presidente di Cidas, sia la registrazione del successivo Consiglio comunale e una diretta Facebook di qualche minuto prima, in cui Lodi, nell’intento di sminuire la vicenda per i suoi seguaci social, aveva confermato involontariamente il suo potere d’interrompere con la sua sola volontà precedenti rapporti economici tra l’amministrazione comunale e la stessa Cidas.

“Potevo tranquillamente non rinnovare il contratto, potevo rifare una gara d’appalto, potevo scegliere altre cose, ma ho confermato questa cooperativa”, furono nell’occasione le parole del vicesindaco.

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