Priorità alla scuola torna a protestare in tutta Italia. A Ferrara la manifestazione è prevista per le 18 in piazza Savonarola.
“Ci mobilitiamo ancora per dire forte e chiaro che non accetteremo un altro anno “a singhiozzo” – spiega il comitato – vogliamo garanzie di presenza e continuità in tutta Italia e in tutte le scuole di ogni ordine e grado, non vogliamo rivedere lo scempio di Regioni e Comuni che tengono chiuse le nostre scuole secondo il proprio variabile arbitrio, vogliamo l’abrogazione della norma che consente la formazione di classi-pollaio”.
Le ragioni della protesta dipendono dal fatto che “nulla è stato fatto per ridurre gli alunni per classe e per dare più spazi alle scuole, perciò rimane una enorme percentuale di studenti in condizione di affollamento”.
Ci sono inoltre troppi istituti superiori in Italia che hanno “già reintrodotto, con l’assenso dei Collegi e dei Consigli d’Istituto, una Didattica a Distanza strutturale o paradossali forme di “DAD di prossimità” (lezioni seguite in sede ma su schermo), a smentita delle affermazioni del Governo e del ministro Bianchi per cui nessun alunno dovrebbe fare nemmeno un’ora di Dad, salvo quarantene”.
E strutturare di fatto la DAD “ha un unico risultato: arricchire le piattaforme digitali e i fornitori di servizi, impoverendo la Scuola e svilendo il diritto allo studio”.
Il piano scuola 2021/22, inoltre, “non ha proposto nessuna soluzione concreta alle carenze strutturali che affliggono la scuola da decenni, ma che sono state e saranno le principali responsabili nell’impedire un’adeguata gestione dell’emergenza sanitaria, con il risultato di comprimere il diritto all’istruzione in tutta Italia. Il ministero ha preferito ottenere la deroga alla norma di distanziamento piuttosto che intraprendere soluzioni strutturali”:
La protesta coinvolge anche le carenze di personale “non risolte per la volontà del Governo e del Ministero di non stabilizzare i precari”, il tempo pieno nelle scuole primarie e dell’infanzia che è “ancora un miraggio in molte parti d’Italia” e i protocolli rigidi per la fascia 6-12 “e con criteri di quarantena sostanzialmente immutati a fronte del tasso di vaccinazione raggiunto tra i docenti e nel Paese”.
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