Fra i suoi principi ispiratori al primo posto figura la trasparenza, senza la quale – dice – non c’è conoscenza “e l’università è la culla della conoscenza”. Lui è Paolo Pinton, vice direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Ferrara, uno dei due candidati alla carica di rettore per il sessennio 2021-2027, per la quale si voterà il 7 luglio prossimo.
Un punto, quello della trasparenza, sul quale Pinton insiste proprio per marcare una netta discontinuità con la precedente reggenza dell’Ateneo ferrarese, pur non essendo ovviamente l’unico asse su quale si basa il suo vasto programma elettorale. “Unife – spiega – è una bella università, una bella università pubblica, quindi non può avere come unico obiettivo fare fatturato, che pure è importante per poter effettuare investimenti”. Un concetto al quale Pinton si riallaccia quando riferisce del bilancio Unife, da poco depositato, che fa segnare un avanzo di ben 33 milioni di euro: “Se sarò eletto non potrò che beneficiarne e di questo ringrazio, ma assicuro anche che con me non ci sarà un avanzo di gestione, ma investimenti fatti”.
Agguerrito e battagliero, Paolo Pinton ha una visione precisa di cosa deve essere l’università ferrarese, partendo da due pilastri: il primo è aumentare la conoscenza, “e per farlo – precisa – l’unico modo è attraverso la ricerca”, il secondo è la formazione, “che non è solo didattica perché il nostro ruolo non si esaurisce nell’assegnare voti, ma nel rendere competitivi i nostri studenti in tutto il loro percorso, con una visione manageriale, perché sono loro il nostro biglietto da visita e se non saranno contenti non porteranno nuovi iscritti”.
Uno dei problemi da risolvere sarà infatti l'”elevatissimo abbandono, o meglio cambio di sede, che avviene nella transizione dal primo al secondo anno di studi”, oltre al “grande isolamento del nostro Ateneo”, che Pinton intende rompere da un lato facendo del 4 marzo (data di fondazione dell’università estense, nel lontano 1391) una grande giornata di festa, dall’altro allacciando rapporti sempre più stretti con le istituzioni, Regione in primis, “dalla quale dobbiamo pretendere rispetto e sostegno in un progetto di espansione sana, autorevole e non autorevole, che potrebbe vedere la Romagna come territorio privilegiato a noi vicino, anche culturalmente”.

Il professor Paolo Pinton con i suoi ricercatori
Un’altra missione del candidato rettore è la “trasmissione di valori e principi, etici, morali, di integrità scientifica e in particolare basati sul metodo scientifico, l’unico che può difenderci dalla cattiva informazione”. Inoltre l’impegno a una maggiore trasparenza da parte di Pinton viene declinato con riguardo al “confronto, alla discussione e alla leale collaborazione con gli Organi Collegiali”. “Solo la trasparenza – si può infatti leggere nel programma elettorale del professore – garantisce il corretto sviluppo dell’Ateneo e il pieno rispetto della dignità, delle diversità e delle professionalità delle persone che vi lavorano e studiano. Questo significa che non è accettabile promuovere ed imporre decisioni assunte in assenza di un sincero processo di informazione, condivisione e approvazione. L’Università è, e deve rimanere, una istituzione democratica, le cui componenti (studenti, docenti e personale tecnico e amministrativo) hanno tutte il diritto ad una adeguata informazione sulla vita dell’Ateneo, sulle decisioni che incidono sulla sua attività e sulla sua progettualità. Il contributo di tutti è essenziale alla costruzione dei processi decisionali di competenza degli Organi Accademici”.
Diverse poi le promesse del candidato rettore, da un aumento dei servizi per studenti e docenti all’impegno a restituire all’Ateneo il quadrilatero di via Savonarola danneggiato dal sisma, “anche perché – dice – i fondi pubblici ci sono, così come ci sono quelli di Ateneo”.
“La carica a cui mi candido non mi spaventa – commenta – perché mi sento un buon ricercatore e un buon accademico, avendo peraltro compiuto un percorso accademico completo, oltre ad aver avuto la fortuna di ricoprire ruoli importanti, qui e in enti esterni a Unife, e di gestire ingenti finanziamenti nell’ordine di decine di milioni di euro. E comunque un rettore deve saper imporre le traiettorie ma soprattutto lavorare in squadra: se sarà eletto garantisco che sceglierò la squadra sulla base delle competenze”. “Un messaggio per la mia avversaria alle elezioni? A Laura (Ramaciotti, ndr) voglio solo dire che se vincerò lavoreremo comunque uniti per il bene della nostra università e di Ferrara, perché dobbiamo essere tutti amici di Unife”.
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