Goro
27 Novembre 2020
Le due Caretta Caretta ferite erano state recuperate lungo la nostra costa e portate alla Fondazione Cetacea di Riccione per le cure

Curate e riportate in mare due tartarughe salvate nel Ferrarese

di Redazione | 3 min

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La mattina del 26 novembre sono stati riportati in mare due pazienti “difficili”, due tartarughe curate dalla Fondazione Cetacea di Riccione dopo il loro spiaggiamento sulla costa ferrarese.

La prima è Giuseppe, giovane Caretta caretta recuperata lo scorso il 20 agosto da Enpa Lagosanto che insieme a Polizia provinciale, Fondazione Cetacea, Aics (Associazione italiana cultura e sport), Circolo velico Volano, Corpo dei vigili giurati di Goro, formano il coordinamento di associazioni Delta Rescue, che opera per la salvaguardia delle tartarughe marine a Ferrara, intervenendo sui tanti spiaggiamenti di tartarughe morte e vive in questo territorio. Giuseppe all’arrivo aveva il cranio sfondato probabilmente dall’impatto con un natante. La tartaruga era stata tempestivamente visitata dalla veterinaria Giulia Bondesan, responsabile del Centro di Primo Soccorso di Goro (sito nella sede di Arpae), per poi essere spostata a Riccione alla Fondazione Cetacea onlus dove a seguito delle cure a cui è stata sottoposta si è ristabilita completamente.

La seconda sarà una grande sorpresa per tutti: è Alessandra, una delle “mascotte” del Centro e adottata da decine di “genitori a distanza”. La tartaruga ricoverata per oltre due anni nel Centro di Riccione (era arrivata anche lei dal Ferrarese l’11 agosto del 2018, recuperata sempre dai volontari in loco) con un grave sfondamento del cranio, del carapace e con un amo nell’esofago, dopo cure specialistiche molto avanzate e tanta, tantissima fisioterapia, era stata rilasciata il 22 settembre scorso in mare a Pesaro dopo un breve ma risolutivo periodo nella caletta per la riabilitazione allestita nella città marchigiana, quando i veterinari che la seguono da oltre due anni hanno deciso che era pronta per tornare libera e autonoma. Alessandra si era allontanata con lentezza ma decisione e si sperava di non vederla più fino a che l’8 di ottobre il Centro è stato contattato dalla Capitaneria di Porto di Ancona: Alessandra era stata recuperata al largo da alcuni diportisti.

Facciamo una premessa: Alessandra resta una tartaruga con un handicap, ma le sue gravi ferite si sono rimarginate e grazie al duro lavoro di tanti non è più l’animale catatonico giunto oltre due anni fa, che veniva nutrita tramite sonda e passava tutto il tempo a galleggiare con la sua classica postura “col sedere all’insù”. Ora Alessandra è un animale reattivo e in acqua ha dimostrato di poter cacciare e cavarsela da solo. Inoltre i veterinari che l’hanno visitata dopo il suo ritorno al Centro hanno potuto constatare ulteriori miglioramenti in mare: da qui la decisione di rilasciarla di nuovo, per non rischiare che un altro inverno in vasca rischiasse di compromettere gli sviluppi che ha fatto. Vista la delicatezza della situazione si è deciso di non divulgare informazioni prima di aver deciso come procedere, e oggi gli operatori del Centro sono felici di potervi dire che Alessandra nuota di nuovo placidamente nelle acque al largo di Rimini, e che si spera non abbia mai più bisogno del loro intervento.

Le due tartarughe sono state portate a oltre sette miglia dalla costa nei pressi delle piattaforme, dove troveranno tanto pesce di cui nutrirsi.

Ma i due “posti” lasciati liberi da Giuseppe e Alessandra, purtroppo, sono già stati occupati da altrettante tartarughe, recuperate in mattinata al porto di Cesenatico dopo una cattura accidentale nelle reti di due pescherecci, il Rimas e il Ricci, che hanno immediatamente contattato il Centro per valutare le loro condizioni di salute. Un’ulteriore dimostrazione che una buona comunicazione con i pescatori professionali è di vitale importanza per l’intervento tempestivo sugli animali in difficoltà.

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