Ostellato. E’ rottura tra sindacati e direzione aziendale della Fox Bompani sulla contrattazione aziendale, tanto che la Fiom e la Nidil Cgil di Ferrara e Modena hanno proclamato l’apertura dello stato di agitazione e dichiarato un pacchetto iniziale di 24 ore di sciopero che la Rsu gestirà entro il 20 novembre. Iniziative di sciopero considerate aggiuntive a quelle che verranno dichiarate per la vertenza aperta per il rinnovo del Contratto Nazionale.
“La discussione – spiegano i sindacati dopo l’ultimo incontro – non ha trovato nessuna soluzione alle problematiche create dall’azienda nel corso degli ultimi mesi e ne ha messo in luce la totale inaffidabilità”. Gli argomenti sollevati dalla azienda “sono quelli che ciclicamente mette sul tavolo quando la propria attività gestionale non porta risultati: non sostenibilità del costo del personale; scarsi livelli di produttività imputati al personale; scarsi livelli di efficienza imputati al personale”.
Secondo quanto riportato dalle organizzazioni sindacali, l’azienda avrebbe anche messo in discussione la convenienza di mantenere la produzione dello stabilimento di Ostellato, con i relativi rischi anche per la struttura di Modena. “Argomenti questi non accettabili – aggiungono i sindacati – e che devono interessare l’intero territorio, compreso il sistema istituzionale a ogni livello. La questione dalla quale bisogna partire riteniamo sia rappresentata dal sistema di relazioni sindacali e dal clima aziendale creato ad hoc dall’impresa”, in riferimento alla mancanza di risposte alle richieste e alla stagione di contestazioni disciplinari “per riportare ‘ordine e disciplina’, nel totale disordine produttivo e organizzativo aziendale, arrivando addirittura a prevedere per un delegato sindacale “trattamenti speciali”, che rievocano pericolose strategie conflittuali del passato”.
Sotto attacco sarebbe quindi la contrattazione aziendale “conquistata in Fox Bompani dal 1971”, con decisione assunta dall’azienda di non riconoscere più i trattamenti salariali aziendali ai lavoratori somministrati, il che “rappresenta una violazione grave delle previsioni normative e contrattuali” (si parla di salario perso per ciascun lavoratore tra i 200 e i 300 euro mensili).
“La logica sostenuta dall’azienda – raccontano ancora i sindacati – per la quale il lavoro somministrato rappresenterebbe “una palestra” prima di arrivare a una eventuale stabilizzazione, nella quale sarebbe accettabile se non addirittura dovuta una contrazione di diritti e di salario, riteniamo debba essere con forza contrastata nella direzione di un mercato del lavoro fatto di pari tutele e di uguaglianza. In più, come chiaramente emerso dal confronto, la disponibilità espressa dalla direzione di confrontarsi sulla contrattazione aziendale in essere era esclusivamente strumentale alla volontà di metterla poi in discussione per la totalità dei lavoratori”.
La risposta di Rsu, Fiom, Cgil, Nidil e dei lavoratori è stata inevitabile, ritenendo “inaccettabile il tentativo di mettere in contrapposizione tra di loro i lavoratori. Anche le Agenzie per il Lavoro cui la Bompani si appoggia devono avere la consapevolezza dei rischi che corrono rispetto alle contestazioni e alle richieste rivendicative relative”.
Le richieste sindacali che attendono risposta riguardano la garanzia della contrattazione aziendale per la totalità dei lavoratori, compresi i lavoratori somministrati e il ritiro delle contestazioni disciplinari e dei provvedimenti disciplinari già adottati, oltre all’apertura di un tavolo di confronto sulle tematiche organizzative e gestionali.
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