Economia e Lavoro
14 Agosto 2020
Domande al via dall'8 settembre per il bando dell'Ente di Largo Castello: fino a 6mila euro a impresa

Fondi della Cciaa per l’innovazione digitale in risposta all’emergenza Covid

di Redazione | 3 min

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Fino a 6mila euro a impresa grazie al bando approvato a luglio dalla Camera di commercio di Ferrara per la concessione di contributi a fondo perduto per lo sviluppo di soluzioni digitali in risposta all’emergenza sanitaria ed economica dovuta all’epidemia da Covid-19.

Un nuovo intervento, dunque, quello dell’Ente di Largo Castello che, dal periodo di lockdown alla ripartenza, ha investito poco meno di 2 milioni di euro per mettere in atto azioni tempestive, tagliate a misura di impresa su cinque ambiti di intervento: credito, digitale, export, turismo, informazione sui provvedimenti, oltre all’affiancamento alla Prefettura per individuare le attività che potevano restare aperte. 600mila euro è la cifra che destinata soltanto al credito per venire incontro al grave deficit di liquidità delle imprese.

Tra le spese ammissibili previste dal bando, che aprirà i battenti dalle ore 10 dell’8 settembre e fino alle ore 24 del 30 ottobre prossimi, quelle per la progettazione e la realizzazione di dispositivi, di componenti di ambito medicale o per la sicurezza sul lavoro, l’innovazione dei processi di gestione dell’emergenza e lo sviluppo di piattaforme di e-commerce e di strumenti di smart working, progetti prontamente cantierabili e che dimostrino di essere potenzialmente interessanti per il mercato. Altrettanta attenzione sarà rivolta anche a progetti per lo sviluppo di modelli produttivi green driven, orientati alla qualità e alla sostenibilità tramite prodotti e servizi con minori impatti ambientali e sociali.

“La pandemia – sottolinea il presidente della Camera di commercio, Paolo Govoni – ha colpito il sistema delle imprese su due fronti, che mettono a rischio la sopravvivenza di aziende che stanno alla base della nostra economia e che esprimono ancor oggi l’eccellenza della nostra capacità produttiva. Il primo quello della liquidità, la cui assenza sta progressivamente minando ‘la tenuta della cassa’ delle imprese che lavorano con margini assai ridotti in considerazione della concorrenza internazionale in grado di produrre con regole e vincoli molto più labili dei nostri. Il Decreto Liquidità – ha proseguito il presidente – che avrebbe dovuto inondare le imprese di risorse garantite dallo Stato ha mancato tale obiettivo. Di liquidità alle imprese ne è arrivata pochissima e con vincoli ulteriori oltre la garanzia prestata dallo Stato”.

“Il secondo fronte – prosegue Govoni – è la debolezza della nostra capacità commerciale che, non sostenuta da una adeguata politica industriale, ci rende, in questo momento, particolarmente deboli e quindi attaccabili dalla concorrenza internazionale. Serve ambizione – conclude – non possiamo accontentarci. Serve voglia di ripensare il nuovo, non disfattismo. Per anni abbiamo sentito parlare della necessità di uno shock positivo. In realtà questa ripartenza potrebbe fare da stimolo con un sentimento opposto, quello di uno shock negativo, dettato da una pandemia che rimette tutto in discussione e che dunque ci richiama a ricostruire un nuovo modello di territorio. Con tutte le declinazioni che questa espressione comporta: sociale, economica, urbana, formativa, artistica, scientifica”.

Secondo l’indagine della Cciaa, le imprese ferraresi in questa fase di emergenza stanno facendo un grande sforzo per garantire il prosieguo della propria attività anche a distanza, dove questo è possibile, attraverso l’uso dello smartworking. Ma non tutte sono attrezzate sotto il profilo tecnologico per assicurare una connessione ai dati aziendali da remoto e un’adeguata protezione dagli attacchi informatici. Quasi 4 aziende su 10 sono dotate di sistemi cloud, una tecnologia fondamentale per garantire una più agile transizione delle attività svolte all’interno degli uffici in modalità “smart”. E 3 imprese su 10 sono equipaggiate per proteggere le connessioni da remoto con strumenti di cybersecurity necessari per garantire sicurezza nella gestione dei dati. E’ quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio sulle centinaia di imprese ferraresi che hanno svolto online il test di maturità digitale attraverso il Punto impresa digitali (Pid) dell’Ente di largo Castello.

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